OPINIONI 
Ecco un bell'articolo preparato da Alessandro Bruscagin, meteoamatore e socio SMI, che documenta l'attiva presenza dei cannoni antigrandine nella provincia di Modena, in piena pianura padana.
I CANNONI AD ONDA D'URTO
Presunta difesa antigrandine ed inquinamento acustico

Alessandro Bruscagin (www.meteomodena.it)

S. PROSPERO (MO), 12 Sett. 2001 - La grandine è da sempre la paura principale dei nostri amici agricoltori: una grandinata, se intensa, può decimare se non addirittura annullare in pochissimi istanti il frutto di mesi e mesi di duro lavoro in campagna. Il mezzo di difesa passiva più largamente utilizzato dai frutticoltori e viticoltori contro le avversità della grandine è di certo l'assicurazione: assicurazione che però, putroppo, negli ultimi anni ha visto aumentare in maniera notevole i premi da versare periodicamente alle compagnie. Il mezzo di difesa attivo più diffuso è invece costituito dalle famose reti antigrandine, che vengono stese sopra alle coltivazioni di uva ma soprattutto di frutta per fermare i chicchi ghiacciati prima che vadano ad intaccare la pianta.

Nel 1996 fra gli agricoltori della bassa modenese si iniziò a fare un gran parlare di un sistema di protezione attivo che a detta di molti costituiva una novità sorprendente: i cannoni ad onda d'urto. Si tratta di enormi tubi metallici verticali, alti circa 10 metri e dal diametro crescente con l'altezza, i quali alla loro base sono collegati ad una camera di scoppio. Una bombola di gas butano immette nella camera di scoppio una quantità di gas che viene fatta esplodere ad intervalli costanti variabili dai 18 ai 20 secondi. Il lungo cono rovesciato posto sopra funge da detonatore ed amplifica esponenzialmente lo scoppio, provocando una potente onda d'urto. Onda d'urto che, a detta dei costruttori, dovrebbe infrangere i chicchi di grandine in quota, favorendone la distruzione prima che essi tocchino terra.


Un cannone ad onda d'urto

La diffusione di questi mezzi è stata velocissima: in pochi anni ne sono stati installati a decine, tant'è che attualmente nella bassa modenese se ne contano quasi 40. Essi sono disseminati tra le campagne di San Prospero, Medolla, Cavezzo, Soliera, San Felice e Camposanto. Un altro gruppo di cannoni ad onda d'urto è stato installato nella zona di Vignola.

Ciò che sembrava essere la salvezza degli agricoltori, però, è presto diventato il pomo della discordia fra chi sostiene di trarne enormi benefici e chi, invece, denuncia la palese illegalità di questi mezzi nel campo acustico ed anche la loro totale inefficacia nel cacciare la grandine.

In molte zone della bassa, infatti, quando questi cannoni sono in funzione sembra di essere in guerra: decine di botti assordanti che si susseguono senza sosta per diverse ore ad intervalli costanti di 20 secondi l'uno dall'altro. Intervalli che vengono però annullati, perchè il fatto che sparino a decine fa sì che bene o male si senta più di un botto ogni secondo. Durante le detonazioni è impossibile condurre qualsiasi tipo di attività intellettuale, è impossibile concentrarsi.

Documenti ufficiali di cui abbiamo avuto visione testimoniano che, a 400 metri di distanza da un cannone, la soglia differenziale di rumorosità consentita dalla legge viene superata di ben 5 volte, e la presenza di forti componenti impulsive in ogni scoppio provoca diversi danni che verranno elencati in seguito.

L'ARPA dell'Emilia Romagna (Agenzia Regionale Prevenzione Ambiente), chiamata in causa per valutare l'impatto acustico di questi strumenti, ha messo nero su bianco l'abbondante superamento dei limiti acustici, ed ha scritto che la distanza minima alla quale dovrebbero essere collocati i cannoni dalle abitazioni per non provocare disturbi dovrebbe essere di quasi 2 km. Ebbene, questi strumenti sono stati installati a distanze variabili dai 50 ai 200 metri dalle abitazioni.

Tegole che periodicamente scivolano dentro alle grondaie andandole ad intasare, vetri che vibrano in maniera assordante, crepe che si allargano nelle case, mucche con la mastite, cavalli imbizzarriti, tornierie di precisione che devono interrompere la produzione: sono solo alcune delle conseguenze provocate dall'onda d'urto dei cannoni.


Vistose crepe che si allargano sui muri delle case vicine ai cannoni

La gestione di questi cannoni è in mano a consorzi di agricoltori che si sono costituiti spontaneamente nei vari comuni. Alcuni consorzi hanno istituito un regolamento, regolamento che però non viene quasi mai rispettato. Tanto per fare un esempio, gli spari sarebbero vietati durante le ore notturne: diverse volte invece i cannoni hanno sparato in piena notte (ore 02, ore 04, ecc.). L'ARPA, inoltre, consente gli spari per un periodo massimo di 2 ore giornaliere: sono innumerevoli i casi in cui i violenti boati si sono uditi anche per 4 ore in una giornata. Nel regolamento è inoltre scritto che gli strumenti devono essere attivati solo in caso di imminente "calamità atmosferica", ma bastano poche ed innocue nubi stratificate per farli entrare in funzione.

Esisterebbe anche una sorta di collegamento dei consorzi con il Servizio Meteorologico Regionale dell'Emilia Romagna, il quale avverte gli agricoltori in caso di probabile imminente grandinata. Se così fosse, non sarebbero entrati in funzione anche quando il radar ARPA di S. Pietro Capofiume (BO) non metteva in risalto nessuna grandinata nel raggio di decine e decine di Km. Gli stessi agricoltori hanno affermato più volte di mettere in funzione i cannoni quando "vedono che il cielo si annuvola".

La diatriba si sta facendo sempre più accesa: da una parte stanno sorgendo comitati anti-cannoni per la protezione dell'ambiente, dall'altra gli agricoltori si difendono affermando che "quei cannoni li salvano".

Riteniamo utile per i lettori riportare per intero alcuni articoli apparsi recentemente sul quotidiano locale "La Gazzetta di Modena", i quali danno ulteriori spiegazioni su ciò che sta accadendo nella bassa.

Un disastro ecologico, 14 agosto 2001

Leggendo l'articolo qui sopra riportato appaiono evidenti due cose di cui non avevamo ancora parlato in questo dossier: innanzitutto il costo elevato di questi cannoni. 35 milioni di lire sono tanti, e se moltiplichiamo il costo unitario per circa 40 unità, risulta una cifra non da poco. Inoltre, nell'articolo sembrerebbe che questi cannoni non riescano a cacciare la grandine. Se così fosse, e se pensiamo che in molti casi i costi non sono stati sostenuti dai privati ma dal Comune, quindi dalla collettività, si sarebbe trattato di un grande spreco di denaro pubblico.

Ora, da quando sono entrati in funzione i cannoni, le grandinate non sono certo mancate. L'osservatorio meteorologico di San Prospero, ad esempio, ha rilevato ben due grandinate durante il 2000, ed entrambe sono avvenute a pochissime centinaia di metri dai cannoni antigrandine. Cannoni che sparavano da tempo. Ecco qui sotto le due foto che testimoniano le grandinate, che tra l'altro hanno provocato danni non trascurabili ai vigneti e frutteti della zona.


San Prospero (MO), 8 luglio 2000.
Abbondante accumulo di grandine in un tendone
dopo un temporale grandinigeno.



San Prospero (MO), 7 settembre 2000.
Forte grandinata in un temporale serale.

Continuiamo con la rassegna degli articoli tratti da "La Gazzetta di Modena".

Cannoni antigrandine, prosegue la polemica - 17 agosto 2001

Nell'articolo si parla di tolleranza. Tolleranza che, però, ha un limite. Anche perché ciò che afferma l'agricoltore non è del tutto esatto. Innanzitutto si fa riferimento alla grandinata del 2000 dicendo che i cannoni erano guasti: chi scrive può garantire che quel pomeriggio, prima della grandinata, era un gran bombardamento. Può darsi che un cannone fosse guasto, ma ciò non toglie che quelli più adiacenti alla grandinata fossero in funzione da quasi mezz'ora. Inoltre viene detto che i cannoni vanno da maggio a settembre: non è vero, perché nel 2000 sono entrati in funzione il 27 marzo, ed hanno sparato quasi 30 volte, per un totale che supera le 35 ore totali. Indubbiamente ha ragione l'agricoltore a temere la grandine, lo capiamo perfettamente quando spiega il "Colpo di Fuoco", ma non si può proteggere la propria attività danneggiando la salute e le attività altrui. Vi sono alberghi in zona che hanno visto scappare clienti, i quali se ne sono andati irritati senza pagare in quanto disturbati dai continui botti. Un'azienda di torneria di precisione è costretta ad interrompere la produzione durante le detonazioni, in quanto l'onda d'urto fa uscire dalla macchina i pezzi difettosi. Il parroco di San Prospero denuncia danni nell'abside della Chiesa: una vetrata è crepata ed altri oggetti d'epoca sono a rischio. Un imprenditore edile, investito improvvisamente dall'onda d'urto, ha rischiato di cadere dall'impalcatura e di volare nel vuoto.

E la fauna? Durante gli scoppi, nelle carreggiate e nelle strade della bassa è un via-vai continuo di fagiani e lepri impaurite. Le galline si ritirano nei pollai, le mucche in fase di mungitura smettono di dare il latte (che si accumula e provoca la mastite), i cavalli diventano indomabili. Cosa ne pensate cari lettori? Guardate queste foto:


Fagiano stordito fermo sulla strada


Fagiani spaventati in fuga

Andiamo avanti con un altro articolo:

Cannoni a Medolla - 18 agosto 2001

A proposito: cosa dice la scienza? Cosa affermano i meteorologi?

I ricercatori antigrandine dell'Emilia Romagna affermano "la totale inefficacia dei cannoni antigrandine ad onda d'urto in qualsiasi versione, perchè la sorgente dell'onda in tal caso è molto lontana dalla nube e quindi l'effetto dell'urto è inesistente". Studi svolti da parte del Groupement Interdipartimental d'Etudes des Fléaux Atmosphériques di Valence (Francia) e misure eseguite presso l'Ecole Nationale Supérieure d'Arts et Métiers di Parigi hanno confermato che l'onda di pressione di una esplosione generata dal cannone vale, a 40 metri dallo stesso, circa 3-4 millibar, mentre cade a 1,5 millibar a 100 metri, a 0,13 millibar a 1.000 metri e a 0,033 millibar a 4.000 metri. I livelli di pressione quindi non sono assolutamente sufficienti né per influenzare la dinamica della nube, né per causare effetti di cavitazione. Basta inoltre pensare che la grandine, alle nostre latitudini, si forma ad una altezza compresa tra i 6-7.000 metri ed i 10-11.000 metri.

L'Osservatorio Geofisico dell'Università di Modena scrive in un comunicato che "non vi sono prove scientifiche dell'efficacia dei cannoni detonanti ad onda d'urto come mezzo di difesa antigrandine, mentre è stato più volte accertato che grandinate hanno interessato zone nelle quali erano in funzione detti sistemi".

D'altra parte basta guardare al passato: in provincia di Ferrara ne vennero installati numerosi esemplari alla fine degli anni '70, ma dopo diverse grandinate il loro uso venne interrotto. Stessa cosa alla periferia di Bologna. 

Nella pubblicazione "Atti dei Seminari", volume edito nel 1988 dal Servizio Meteorologico Regionale a cura di F. Nucciotti, viene fatto notare che i cannoni detonanti vennero proposti in Italia come idea nuova, mentre incarnano un'idea vecchia di cent'anni, che a suo tempo tramontò per una allora evidente inefficacia contro la grandine, come è possibile verificare leggendo le cronache dell'epoca (anni 1904 e 1905).

Riportiamo un altro articolo della "Gazzetta di Modena", che riporta anche il fatto che nelle zone interessate dagli spari si stanno raccogliendo sempre più firme contro questi mezzi.

Firme contro i cannoni - 2 settembre 2001

Siamo giunti alla conclusione di questo dossier, e speriamo di avervi dato una visione d'insieme di quanto sta accadendo nella bassa modenese. Ci auguriamo che la situazione venga risolta nel più breve tempo possibile, e che gli amici agricoltori trovino una soluzione che salvaguardi le loro coltivazioni senza danneggiare i cittadini. La soluzione a dire il vero esiste già, e si chiama "rete antigrandine"....

Alessandro Bruscagin

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Link:

La battaglia dei cannoni. Articolo apparso su La Repubblica il 29 agosto 2001
Ma i cannoni provocano la siccità?
Non tutti sono sfavorevoli ai cannoni (articolo apparso sulla rivista "Terra e Vita" (ed. Edagricole) nell'ottobre 2000)
La grandine sulle colline delle Langhe 
FAQ:che cosa è la difesa contro la grandine?
Sito amatoriale con  fotografie di grandine
Siti su eventi meteorologici estremi
Sito di un costruttore di cannoni antigrandine


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