IMMERSIONI NEL GRAN LAGO GLACIALE DEL ROCCIAMELONE
Luca Mercalli, SMI redazione Nimbus - 25 settembre 2003
Nel quadro del progetto di
ricerca europeo Glaciorisk si è svolta giovedì 25 settembre una
campagna di misure sul gran lago glaciale del Rocciamelone,
da tempo sotto osservazione
a causa del potenziale rischio di rottura della diga di ghiaccio. La
campagna si è svolta grazie all'impeccabile organizzazione di Bruno
Laily e colleghi del ONF/RTM
di Grenoble, di Michel Gay e Francois Valla del
Cemagref di
Grenoble, del
Nucleo Sommozzatori SDIS dei pompieri e del
Comune di Bessans.
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Il gran lago glaciale del Rocciamelone
con la superficie gelata, al mattino del 25.09.2003 |
Sul versante italiano l'alba non è per nulla incoraggiante. Le
correnti da Est entrate nella notte precedente nella pianura Padana
hanno insaccato aria umida contro le Alpi occidentali. Nella notte in
bassa Val di Susa si hanno rovesci fino a 19 mm, sul Rocciamelone
cadono 5 cm di neve fresca. L'immagine mostra la nebbia fitta presente
verso le ore 8 al colle del Moncenisio |
Giunti in Francia il vento da Est non ha più alcuna influenza, se non
il vano tentativo di infilare una lingua di nebbie in rapida
dissipazione a valle del Moncenisio. L'Haute Maurienne è inondata da
una luminosa luce autunnale.
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Due elicotteri della
SAF (Secours
Aérien Français) fanno la
spola tra i prati di Bessan e i 3200 m del Glacier du Rochemelon:
hanno un bel da fare a portare sul posto oltre venticinque persone tra
tecnici e ricercatori, autorità (il signor
Prefetto del Departement de la Savoie,
il Sig. Sottoprefetto di Saint Jean de Maurienne, il Direttore della
Protezione Civile, il Vicesindaco di Bessan e la Direction des Routes
du Conseil General) nonchè i giornalisti del Dauphinéé Libéré,
di Le Monde e di Gamma Presse. |
Mentre il ghiacciaio splende sotto un sole sfolgorante riflesso dalla
neve fresca, le valli italiane (a sinistra la valle di Susa con il
gruppo dell'Orsiera e il Monviso sullo sfondo, a destra la valle di
Viù dal colle della Resta) giacciono sotto un compatto mare di nubi,
con tetto a circa 2700 m . |
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L'enorme lago ellittico ha l'asse maggiore di circa 650 m ed una
larghezza di circa 100 m . Si
è ulteriormente ingrandito quest'anno a seguito degli
straordinari calori estivi. Per valutare il volume d'acqua contenuto
dopo la batimetria parziale del 2001 si dovrà procedere a nuove misure
di profondità. Non potendo utilizzare l'equipaggiamento sonar a causa
della superficie gelata, si ricorre all'esperienza ed al coraggio di
una squadra francese di pompieri sommozzatori. |
Si preparano gli equipaggiamenti subacquei in un ambiente non
convenzionale... |
Prima di procedere all'immersione è necessario spaccare lo strato di
ghiaccio spesso circa 10 cm .Inutile ricordare che la temperatura
dell'acqua sottostante è appena superiore a 0 °C . |
Inizia l'immersione |
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Intanto i ricercatori del Cemagref procedono alle misure GPS del
perimetro del lago. |
I sommozzatori emergono: in questo punto la profondità è di circa 24 m
e lo scavernamento sotto la parete di ghiaccio visibile a destra è di
circa 7 m . |
Non manca un momento drammatico: le condizioni dell'immersione sono
effettivamente di grande difficoltà. Un sommozzatore perde il cavo
guida che gli consente il ritorno verso il buco di ingresso e con
il coltello fa emergere una mano in superficie chiedendo aiuto per
aprire un varco nel ghiaccio; ma va peggio ad un collega che
nell'immergersi urta una asperità ghiacciata che gli slaccia
parzialmente le bombole impedendogli i movimenti delle gambe e
strappandogli il respiratore. Preso dal panico, in apnea orientandosi
con la tenue luce solare che filtra dal ghiaccio, riesce ad emergere
nell'unica zona liquida allo stremo delle forze. Estratto dai
colleghi, se la caverà soltanto con un gran spavento ed i geloni alle
mani... forse la grande statua della Madonna sulla vetta del
Rocciamelone ha fatto la sua parte.
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Sono le 15, il sole è ancora alto.
Il gruppo franco-italiano ha completato con successo
le attività pianificate e si appresta a rientrare alla base |
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