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EVENTI
METEOROLOGICI
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L'ALLUVIONE DEL 5/6 GIUGNO 2002
NEL BIELLESE - 2° PARTE
I dissesti idrogeologici
Domenico Tropeano, Laura Turconi , P. G. Trebò - CNR-IRPI Torino
Con la collaborazione del Nucleo Elicotteri dei Vigili del Fuoco, Torino
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Il Capoluogo di Campiglia Cervo ricade nell’epicentro dell’areale investito dalle intense e abbondanti piogge del 4-5 giugno 2002. Le immagini d’insieme mostrano come l’agglomerato di edifici, per tipologia costruttiva risalenti a parecchi decenni addietro, abbia lasciato spazi ristretti al corso d’acqua (Rio Piaro), tributario sinistro del T. Cervo. Una spiegazione plausibile trova sede nel fatto che l’evento estremo precedente, lungo tale specifico corso d’acqua, risale a epoca alquanto remota.
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Abitato di Campiglia Cervo, particolare della distruzione operata nell’area edificata dalla
frana di detriti discesa lungo un rio secondario che ha determinato la scomparsa del ponte lungo la strada provinciale di fondovalle, con temporaneo isolamento dell’alta valle.
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L’immagine dà conto della gravità delle distruzioni operate nell’abitato di Valmosca (frazione di Campiglia Cervo) da una colata di detrito in ambiente morfologico transizionale tra l’impluvio di versante e l’incisione torrentizia vera e propria; struttura morfologica comunque obliterata, poco a monte, da strutture di riporto e in rilevato che non hanno impedito la concentrazione a valle di flussi d’acqua e fango con elevata energia di impatto sulle rigide strutture dei fabbricati
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Val Cervo, versante destro tra Piedicavallo e
Rosazza. Fenomeno isolato di frana superficiale “di versante” che interessa terreni di copertura e substrato roccioso nell’ambito del “Plutone granitico”, con lobo di arresto foggiato a pseudoconoide in prossimità dell’asta principale.
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Abitato di Portula, sponda destra del T.
Sessera, località Via Masseranga, vista da monte a valle. Si osservano le tracce attestanti il livello di piena, con notevole estensione della sezione di deflusso, e la scomparsa per erosione del terrapieno addossato al muro in calcestruzzo che delimita l’alveo ordinario del corso d’acqua.
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Abitato di Portula (Via
Masseranga), guardando verso monte. La piena del T. Sessera, essenzialmente cagionata dall’apporto impetuoso di alcuni tributari situati nell’alto bacino circa 20 km a monte della località qui indicata, ha raggiunto un livello confrontabile, e forse superiore, a quello della nota alluvione del 2-3 novembre 1968. E’ stato sormontato di quasi un metro il piazzale di posteggio in primo piano, con successiva distruzione del rilevato. A esaltare localmente la forza d’urto della piena è stata verosimilmente la difesa in
calcestruzzo di recente realizzazione, che, nel restringere la sezione naturale di deflusso, ha obbligato il filone di piena a deviare con angolo brusco, contrastandone l’impeto e provocando effetti di riflusso. |
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Continua..
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CNR-Irpi Torino
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