I NOMI DELLE
PERTURBAZIONI: QUALCHE PRECISAZIONE
Luca Mercalli
TORINO, 11 Feb 2002 - Il giornalino meteorologico “Meteolive”,
in un articolo del'8 febbraio 2002, elogia il
Tenente Colonnello Bonelli che si è recentemente lanciato nel battesimo di una
perturbazione, “Benvenuta”. Continua riferendo che “In Italia
non esiste un ente ufficiale preposto ad attribuire nomi alle
perturbazioni, allora qualcuno pensa di nobilitarsi usando quelli
proposti dall'Università di Berlino”. Poiché SMI ricade tra quei
“qualcuno” riteniamo utile offrire ai lettori alcune informazioni
in merito.
L’Università di Berlino da oltre un decennio ha assunto
l’abitudine di battezzare cicloni anticicloni che transitano
sull’Europa. Un metodo che ha il semplice ruolo di consentire una più
agevole identificazione del sistema meteorologico che viene così
seguito dalla nascita all’esaurimento, e – nel caso di generazione
di intensi fenomeni – ricopre una particolare funzione di
riferimento per le conseguenti ricerche scientifiche e applicative.
Ricordiamo per esempio il ciclone “Lothar” i cui venti tempestosi
colpirono l’Europa centro-occidentale alla fine del dicembre 1999,
oppure le alluvioni prodotte da “Josefine” sull’Italia
settentrionale tra il 13 e il 16 ottobre 2000. Il metodo è da tempo
impiegato nelle zone tropicali per nominare uragani e tifoni. Chi dice
“Andrew” non sbaglia, è il violento uragano che colpì la Florida
tra il 16 e il 28 Agosto 1992. In alternativa lo si potrebbe definire
come: “ciclone tropicale in atto sull’oceano Atlantico tra 23/30°
latitudine N e 70/80° longitudine W, nei giorni 16-28 agosto 1992”.
Siamo
lieti di poterci nobilitare di una costruttiva collaborazione con il
dipartimento di meteorologia dell’Università di Berlino, con il
quale siamo in relazione anche all’interno della European
Meteorological Society. Ciò non cambia comunque la sostanza dei
fatti, ovvero quello che conta nella previsione meteorologica è
l’affidabilità del pronostico, non il nome delle perturbazioni.
Meteolive ritiene di godere di una maggior
autorevolezza rispetto all’Università di Berlino, che vanta
cinquant’anni di solida e riconosciuta attività in campo
meteorologico, e si permette di dichiarare che “La cosa buffa è che
molti di questi nomi sono davvero equivoci e non hanno nulla di serio.
Recentemente per un fronte è stato coniato il nome "ILONA"...(Vi
lasciamo immaginare l'ilarità suscitata). Altri nomi sono purtroppo
quasi impronunciabili per noi italiani, poiché sono in lingua tedesca
e certo questo non ci aiuta poi a ricordarli”. Certe volte si
farebbe bene a tacere, vediamo perché:
- Per qual motivo un nome dovrebbe essere equivoco?
Un nome è fatto apposta per evitare gli equivoci, altrimenti i
sei miliardi di umani al mondo sarebbero anonimi e riconoscibili
con altri mezzi. Forse il signor Alessio Grosso di Meteolive
preferirebbe essere identificato dall’odore?
- Si definiscano i criteri che separano i nomi seri
da quelli non-seri
- Il nome “ILONA” non è stato coniato dall’Universtà
di Berlino, è bensì un antichissimo nome femminile ungherese
afferente al gruppo linguistico ugro-finnico. La sua radice Ilo-
è associata al concetto di bellezza e di fragranza profumata. (Kázmér
Miklós. "Régi Magyar Családnevek Szótára : XIV-XVII század".
Magyar Nyelvtudományi Társaság, Budapest, 1993. (Dictionary
of Early Hungarian Names: 14th-17th centuries). Perché mai un nome così nobile e delicato dovrebbe
suscitare ilarità? Forse solo perché è lo stesso di una nota
pornostar, eletta pure nel parlamento italiano qualche anno fa? Ma
allora, seguendo il medesimo ragionamento si dovrebbe essere
contrariati nel leggere un articolo firmato da un tizio di nome
Alessio: quasi sicuramente si troverà nelle galere italiane
almeno un impostore di tal nome di battesimo.
- Sono ben pochi i nomi impronunciabili per gli
italiani, tra l’altro assai avvezzi ad imparare in fretta ogni
termine estero proposto loro dalla pubblicità. Ilona (3.2.2001)
ci sembra assai facile da leggere, così come Ginger (24.01.2002),
Orelia (6.2.2002), Quintina (8.2.2002), Regina (10.02.2002),
Susanne (11.02.2002). E tra i recenti anticicloni europei abbiamo
avuto Alf, Bert e Carlos. Come si vede sono nomi simpatici, ben
pronunciabili, non necessariamente tedeschi come asserisce
Grosso,e che proprio per la loro diversità dal nostro lessico,
suscitano curiosità e diventano più facili da ricordare.
Comunque ci faremo latori, nei confronti dell’Università di
Berlino, di una lista di nomi italiani da assegnare periodicamente
ai sistemi barici europei, nel miglior spirito di cooperazione
europea.
- “MeteoLive continuerà a scegliere, per gli
episodi di maltempo più significativi, un nome ufficioso ad uso
comune senza pretendere di fare la storia della meteorologia, ma
per aiutare la gente a ricordare meglio una particolare situazione
meteo”. Posto che – e ce lo ha dimostrato lo stesso Grosso con
queste sue argomentazioni – “Ilona” verrà ricordata assai
meglio di “Benvenuta”, la scelta di attribuire nomi
“ufficiosi” alle perturbazioni non farà altro che confondere
le idee ai lettori meno esperti e agli utilizzatori occasionali
delle previsioni. Per i professionisti, la storia della
meteorologia, o quantomeno una sua modesta pagina - continuerà ad
essere fatta non da Meteolive bensì dall’Università di
Berlino.
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