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IL
CLIMA IN CONSIGLIO PROVINCIALE
Redazione
Nimbus
Torino, 30 gennaio 2001
- Piazza Castello è inondata da un inusuale sole invernale in questo pomeriggio di fine gennaio: là dove i proverbi collocano i gelidi “giorni della merla” il termometro segna invece 13 gradi sotto un cielo primaverile.
Un clima coerente con quanto si svolge nella Sala del consiglio
provinciale di Torino, all’Ordine del giorno una “riflessione sui mutamenti climatici per un rilancio delle iniziative per la riduzione dei gas
climalteranti”, voluta dall’UPI (Unione Province Italiane) e dal
Ministero
dell’Ambiente.
Consiglieri e assessori difficilmente dispongono del tempo e della possibilità di seguire gli sviluppi assai evolutivi del mondo scientifico, hanno così invitato gli esperti a portare direttamente tra i seggi del consiglio il loro punto di vista e i loro suggerimenti. Questo dialogo diretto tra studiosi dell’atmosfera e politici è un approccio positivo, che vale la pena mantenere in futuro: del resto non fa che ricalcare quanto il governo elvetico realizza dal 1996, con il forum sulla climatologia “ProClim” coordinato dall’Accademia Svizzera delle Scienze che vede regolari riunioni informali, all’ora del pranzo, tra parlamentari e
climatologi, per aggiornarsi reciprocamente sui risultati scientifici e sulle scelte sociali ed economiche più opportune da intraprendere.
L’Assessore Provinciale alle Risorse Idriche e Atmosferiche Elena Ferro, ha presentato il tema dei lavori, ricordando gli oltre 8000 kg di CO2 correntemente emessi in atmosfera da ogni abitante della provincia piemontese. Arnaldo
Longhetto, della Facoltà di Fisica dell’Ateneo torinese ha quindi fatto il punto sul monitoraggio dei gas di serra, citando in particolare la stazione di misura della CO2 al
Plateau Rosa (3480 m). Per inciso, vale la pena ricordare che l’adiacente stazione sinottica dell’Aeronautica Militare che sarebbe di utile complemento alle misure, continua a rimanere chiusa dopo la sospensione dell’attività il 31 marzo 2000, ma ci si augura che l’interrogazione parlamentare presentata nello scorso luglio anche su istanza SMI possa recuperare in futuro questa situazione.
Paolo Natale dell’ARPA di Torino ha citato dati che confermano l’importanza di raggiungere accordi di razionalizzazione nell’uso dell’energia fossile indipendentemente dal fallimento della COP6 di
L’Aja: dal 1981 al 1996 l’Italia ha visto un incremento annuo del proprio consumo energetico pari al 2.1%, ha aumentato il parco veicoli dello 0.6% annuo e quello dei mezzi pesanti del 4.3%, a fronte di un aumento annuo della popolazione di solo 0.12%. A livello globale, l’incremento annuo di CO2 è ormai pari a 5.2 mg per kg di atmosfera. L’intervento del presidente della SMI Luca Mercalli ha infine concluso il quadro fornendo i dati sull’attuale trend delle temperature globali e locali (il 2000 è stato il
sesto anno più caldo delle serie storiche secolari a livello globale e occupa in molte località europee e a Torino la seconda posizione, pari merito con il 1997). Il trend termico è confermato
dall’arretramento dei ghiacciai e dal loro bilancio di massa negativo. Gli eventi estremi, come le recenti alluvioni, pur privi al momento di un significativo riscontro in termini di aumento di frequenza rispetto al passato, sono tra i fenomeni sotto stretta osservazione in quanto potenzialmente soggetti ad una rapida ascesa congiunta all’aumento termico. Alle 17 un collegamento in videoconferenza con il Ministro dell’Ambiente
Bordon, anticipava la presentazione del Rapporto sullo stato dell’Ambiente in Italia: un passo avanti s’è fatto, la consapevolezza delle dimensioni del danno ambientale, ma le azioni sono ancora tutte da mettere in atto. E’ nostro auspicio che queste occasioni di incontro tra mondo scientifico e mondo politico mantengano un vivace dialogo trasformandosi in azioni concrete nei confronti dei cittadini. Intanto i modelli di previsione annunciano l’arrivo di un po’ d’aria fredda da nord-est, appena qualche grado sottozero, non certo l’inverno vero. Che non basti questo a spegnere l’interesse.
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