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RIVISTA DI METEOROLOGIA, CLIMA E GHIACCIAI
  

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 EVENTI METEOROLOGICI 
LA DEPRESSIONE “NICOLE” E LE PIOGGE INTENSE DEL 5-6 GIUGNO 2002  - RASSEGNA STAMPA
Da La Stampa del 6 giugno 2002
Tutti gli articoli
Eporediese
Bassa Valle d'Aosta
Provincia di Biella
Ossola
Vercellese

Da La Stampa del 7 giugno 2002
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Bassa Valle d'Aosta
Biella e biellese
Ossola
Borgomanero
Valsesia e vercellese
Provincia di Torino

LA SITUAZIONE PIU´ CRITICA SI VERIFICA NEL BACINO DELLA DORA BALTEA 

E' tornata a far paura la Dora Baltea nei paesi dell'Eporediese, dopo ore di nubifragi e grandinate. Sono tornati a far paura tutti i torrenti che scendono dalle colline tra Ivrea e la Valle d'Aosta. Ieri alle 14 c'era solo lo «stato di vigilanza»: sono bastati pochi minuti perché la situazione peggiorasse all'improvviso. Strade allagate, campagne che ricordavano lo scenario dei disastrosi eventi alluvionali di questi ultimi anni: ottobre 2000, novembre '94, settembre '93. Le prima avvisaglie si sono avute a Banchette. 

Quella che è stata definita «un'onda anomala» ha provocato l'allagamento della strada provinciale 69, sotto il cavalcavia dell'autostrada A5 Torino - Aosta. L'arteria è stata immediatamente chiusa al traffico. Nel giro di poche ore in quel punto si è sollevato il livello dell'acqua fino a sfiorare i due metri. L'allarme è scattato nei paesi del circondario: «Sono state subito attivate - spiega il sindaco di Salerano, Elio Ottino - le sale radio di Banchette, Salerano, Ivrea e Fiorano. Decine di volontari della protezione civile si sono subito attivati». 

Difficile la situazione anche ad Ivrea, dove l'onda di piena ha lambito via delle Rocchette. Dice il sindaco Fiorenzo Grijuela: «Oltre a questa strada si registrano allagamenti di cantine e garage. Le strade comunque sono percorribili, anche se con difficoltà, come pure i ponti». Molto critica anche la situazione sulla statale 228 per Viverone, chiusa nel tratto tra Ivrea e Burolo per allagamenti. A Ivrea, e situazione analoga in tutti i paesi della zona, molte strade sono state interrotte per allagamenti provocati dallo scoppio di tubature e tombini. Innumerevoli gli smottamenti e gli straripamenti dei torrenti soprattutto nei paesi della cintura: difficile la situazione a Bollengo, Albiano, Chiaverano e Borgofranco (dove sono state evacuate due famiglie di regione Paratore). 

Allagate alcune borgate di Pavone e Romano Canavese. In alcune zone è mancata per diverse ore anche l'energia elettrica. Ad Andrate è stata chiusa la provinciale per Chiaverano e quella comunale per San Giacomo mentre sta creando gravi preoccupazioni una frana in Regione Piste. Sotto controllo, invece, la situazione in Alto Canavese dove l'Orco è rimasto sotto il livello di guardia. In valle Orco è interrotta da ieri mattina la strada comunale di Piantonetto in direzione della diga del Teleccio. A Forno si segnala un leggero cedimento della terra in località Marietti, nei pressi del ponte sul torrente Viana. Si teme per le prossime ore, quando dovrebbe arrivare una seconda ondata di piena. 

LA STATALE 26 CHIUSA PER 10 CHILOMETRI, A DONNAS CONVOCATO IL CENTRO OPERATIVO 
La Bassa Valle D'Aosta sta rivivendo l´incubo dell´alluvione del 15 ottobre 2000. Una serie di nubifragi scatenati da una perturbazione arrivata dalla Francia ha riportato la mente di molti abitanti di Arnad, Hône, Donnas e Pont-St-Martin al terrore di quella domenica di due anni fa, quando un inferno d´acqua si scatenò su tutta la regione provocando 17 morti e danni per 500 milioni di euro. 

Piove da martedì mattina e in alcuni punti la quantità d´acqua si è avvicinata di molto ai livelli dell´ottobre 2000. La statale 26 è chiusa per un tratto di 10 chilometri dalle 17 di ieri. Il transito è vietato dal bivio a fianco dell´Hotel Nigra di Montjovet fino al ponte nuovo di Hône. La Dora Baltea ha superato gli argini nelle campagne tra Arnad e Hône. I ruscelli si sono trasformati in torrenti e hanno rovesciato una valanga d´acqua sulla statale. Acqua che ha raggiunto, in alcuni punti, i 70 centimetri di altezza. E a Nus, nel pomeriggio, una donna di Plan Félinaz è rimasta ferita in un incidente stradale insieme con i suoi due figli. Nessuno è grave. Terra e massi sono franati un po´ ovunque, ad Arnad all´altezza della palestra di roccia e a Hône a poca distanza dal ponte nuovo.

 A Issogne la Dora è vicina alla fuoriuscita dagli argini e il sindaco ha trasferito già ieri pomeriggio tutte le pale meccaniche e i camion del Comune dalla sinistra alla destra orografica del fiume, disponendoli nei punti più a rischio per poter intervenire subito in caso di emergenza. Il sottopasso della ferrovia si è riempito d´acqua e un´auto è rimasta bloccata. L´hanno liberata i vigili volontari. «C´è poco da star tranquilli - dice il sindaco Luciano Morelli prima di uscire, ieri sera, per l´ennesimo sopralluogo-. Speriamo che la Dora non esca dagli argini». Su tutta la Bassa Valle c´è lo stato di massima allerta. 

A Donnas il sindaco Mauro Arvat ha convocato già nel pomeriggio di ieri il Centro operativo, subito costretto a riunirsi per il pericoloso e velocissimo innalzarsi del livello della Dora Baltea. Il fiume ha superato gli argini, sia pure di poco, a Pramotton e il villaggio, insieme con quello di Vert, ora è presidiato 24 ore su 24 dai vigili del fuoco volontari, che controllano anche la situazione nel Borgo. E´ proprio in quest´ultimo villaggio, sconvolto dall´alluvione nell´ottobre 2000 (c´erano 4 metri di fango tra le case) che intorno alle 17,30 di ieri si sono rivissuti momenti di paura. I tombini si sono intasati per l´enorme quantità d´acqua caduta in pochissimi minuti ed è stato subito allarme, perché le cantine hanno cominciato ad allagarsi. «Per ora non abbiamo particolari danni né persone costrette ad abbandonare le case - spiega Mauro Arvat -, ma abbiamo disposto una serie di pattugliamenti e di vigilanza continua su tutto il territorio». L´acqua ha bloccato anche il sottopasso tra la statale 26 e il ponte nuovo. 

Situazione critica anche nella zona tra Pont-St-Martin e Carema, dove ci sono cantine con due metri d´acqua. E il cielo non promette nulla di buono. 

Stefano Sergi

 

DALLE 15 UNA VASTA PERTURBAZIONE HA COLPITO LA PROVINCIA: EMERGENZA FINO A SERA 
La prima notizia giunta in redazione nel pomeriggio parla di mezzo metro d´acqua in via Ivrea, con cortili, negozi, cantine allagate e il traffico impazzito. Da quel momento, sotto una pioggia incredibile, le notizie si trasformano in un elenco di frane, strade interrotte, ponti lambiti dai torrenti gonfi d´acqua e allagamenti. 

L´allarme scatta alle 15 alla periferia della città, al confine con Occhieppo Inferiore. Qui scorre il torrente Oremo che straripa, riversando acqua dovunque e creando sulla strada una coltre di fango. Si tratta purtroppo del drammatico anticipo di quello che sarebbe successo di lì a poco. Sotto un cielo nero, solcato da qualche fulmine e con un brontolio di tuono, sulla città e sui paesi della collina si scatena un inferno d´acqua e grandine. In pochi minuti i centralini di vigili del fuoco, carabinieri e polizia cominciano a raccogliere notizie sempre più allarmanti sulla situazione, che sta precipitando. Quanto accade in città, a parte gli allagamenti in via Ivrea, è riassumibile soprattutto in tre momenti: i dipendenti del Lanificio Cerruti, che si affaccia sul torrente Cervo, sono costretti a lasciare i reparti, in cui entra l´acqua; il ponte della Maddalena, lambito dal Cervo in piena, è chiuso; in molti tratti il porfido, sotto la spinta dell´acqua sotterranea, «salta», mentre il traffico si fa sempre più caotico. 

Dal capoluogo ai paesi la situazione non è migliore, soprattutto nella Valle di Oropa, in Valle Cervo e in tutta la Valle dell'Elvo, dove cedono gli argini di molti corsi d'acqua, compresi i torrenti Cervo, Oropa, Oremo e Bolume, che scaricano sulle strade tonnellate di acqua, fango e detriti, provocando l'intasamento di tombini e fognature, e generando pericolosi allagamenti su tutte le zone a valle di Graglia, Donato, Sordevolo, Pollone, Piedicavallo, fino a Biella. Moltissimi gli scantinati e saloni industriali invasi dall´acqua. Stessa situazione a Occhieppo, Camburzano, Mongrando, Ponderano, Cerrione, Borriana Gaglianico, Salussola, Candelo, Benna e in tutti i centri della Valle Cervo. 

Emblematica la testimonianza giunta da Lorazzo: «E´ 12 anni che abitiamo qui, dalla finestra della nostra cucina non avevamo mai visto il Cervo, mentre ieri il livello e la violenza dell´acqua erano spaventosi». Molti gli smottamenti e la caduta di alberi: i vigili del fuoco, intervenendo a Campiglia, rimangono bloccati tra due frane e si rende necessario l´intervento delle ruspe per aprire una via di uscita. Molti alberi, cadendo, danneggiano le linee elettriche, causando numerosi e prolungati black-out. Su molte strade delle Valli Elvo, Oropa e Cervo l´acqua alta blocca completamente il traffico. Chiuse , anche se per poche ore, numerose strade: fra queste anche la Biella-Oropa, per una frana caduta all'altezza dei Tre Archi, mentre il crollo di un piccolo ponte isola completamente i duecento abitanti della frazione Colla di Netro. Solo verso sera smette di piovere e la grande paura si allenta. Domani si comincerà a contare i danni.

 

UN GIORNO DI MALTEMPO: PARALISI DELLE VIE DI COMUNICAZIONE. ALBERO SU UN´AUTO 
Strade interrotte, fiumi e torrenti a livello di guardia, allagamenti di cantine e box, alberi sradicati dalla furia del vento. Ventiquattro ore di pioggia intensa hanno messo ieri in ginocchio l´Ossola. 

Il nubifragio che da martedì sera sta imperversando sulla valle del Toce sta causando danni in diverse zone. E´ tornato l´incubo della drammatica alluvione dell´ottobre 2000. Da ieri sono interrotte le strade statali della Vigezzo, dell´Anzasca, la provinciale che sale ad Antrona e di quella che porta a Trasquera. Ma anche la superstrada è stata tenuta sotto controllo: il Toce in piena ha rischiato di causare danni a Masera. 

Il bilancio della giornata era ieri sera ancora provvisorio ma le previsioni meteo non paiono per nulla buone. Tant´è che in serata da alcune province piemontesi (Cuneo e Novara) si sono mosse alcune colonne della protezione civile e dei vigili del fuoco, che sono giunte nel Vco a notte fonda. Una situazione difficile, che già si è presentata tale dalle prime ore della mattina. Sulla strada della Vigezzo dovevano essere posate le reti per frenare la caduta di massi a Paiesco: la pioggia intensa ha indotto l´Anas a chiudere la statale che collega con la Svizzera, con ovvi disagi per gli automobilisti. Alcuni camionisti sono rimasti bloccati a Santa Maria dopo le consegne.

 La valle è rimasta collegata all´Ossola solo con il treno della Vigezzina. La pioggia è aumentata di intensità nel pomeriggio: tra le 16 e le 20 il maltempo ha raggiunto l´apice. Una frana caduta dopo Viganella ha costretto i responsabili della Provincia a chiudere la provinciale che sale da Villadossola ad Antrona. Problemi a ripetizione pure sulla statale 549 dell´Anzasca: frane a Molini e Pontegrande. Sono intervenuti i vigili del fuoco ed alcune motopale della provincia. Alle 17 sono apparsi i cartelli di chiusura della statale nell´abitato di Piedimulera, dove l´Anza stava salendo di livello. In serata anche la strada che da Varzo porta a Trasquera è stata chiusa per precauzione. Una frana si è invece verificata all´altezza di San Giovanni, poco dopo Crevoladossola. 

Pioggia e vento non hanno risparmiato la superstrada. Ad Anzola, un albero abbattuto dal vento ha colpito un´auto, danneggiandola seriamente: per fortuna il conducente non è rimasto ferito. E´ stato soccorso dagli agenti della Polstrada di Domodossola. Altre piante sono state sradicate ed abbattute tra Pieve Vergonte e Vogogna, dove le folate di vento sono state fortissime. Non si registrano danni a cose o persone. In tilt sono andati sia il sottopasso all´ingresso di Villadossola che quello di Domodossola, di recente costruzione. L´acqua li ha allagati e il transito è stato interrotto. A Villa sono intervenuti gli uomini dell´Aib per togliere l´acqua dalla strada che collega il centro paese al Villaggio Sisma. Allarme anche a Masera, all´altezza della centrale Snam. Qui il Toce ha rischiato di uscire dagli argini. 

Una pattuglia della Polizia Stradale di Domodossola ha presidiato per ore la zona dove, solo un anno e mezzo fa, il Toce aveva praticamente "divorato" un tratto di strada. Alto, ieri sera, il rischio che l´acqua potesse erodere un altro tratto di strada e quindi di trovare varchi verso la centrale del gas. Sotto controllo anche l´autostrada all´altezza dell´uscita di Baveno dove il versante montano "scaricava" sassi. Diversi torrenti come Melezzo, Diveria, Bogna, Ovesca, Anza sono cresciuti a dismisura in poche ore. Le pioggie più intense si sono verificate in valle Bognanco dove sarebbero caduti 200 millimetri di acqua in 12 ore. 

BORGOMANERO DEVASTATA DALLA GRANDINE
Una grandinata di 45 minuti ha provocato danni e devastazione, ieri sera dopo le 22, nella fascia compresa fra Arona e Borgomanero.Subito dopo si è scatenato un nubifragio che ha completamente allagato il centro storico di Borgomanero dove si sono registrati fino a 80 centimetri d´acqua. Trenta centimetri di grandine sono rimasti a terra. Molte strade interrotte. In particolare quella fra Piovino e la frazione di Santo Stefano. Isolata la frazione di santa Cristina: il ponte sull´Agogna è stato chiuso perchè pericolante. 

Interrotta la statale 142 fra Borgo e Cureggio. Il sottopassaggio di viale Novara, all´ingresso della città, si è allagato ancora. Stavolta hanno dovuto intervenire i vigili del fuoco a salvare due automobilisti rimasti prigionieri nelle loro auto. Un clima da apocalisse, insomma, con la maggior parte delle vie di comunicazione impraticabili. Si sono mobilitati tutti, ieri sera in città dai vigili del fuoco ai carabinieri ai dipendenti comunali ed ai volontari. Per fortuna non si registrano nè vittime nè feriti. I danni sono ingenti. Il parco di villa Marazza con gli alberi secolari risulta devastato. Situazione grave anche in Ossola. L´intensità massima delle precipitazioni, con una punta di 200 millimetri in appena dodici ore, si registra a Pizzanco, in alta val Bognanco. Trasquera e Antrona sono appena di là. La Prefettura aveva disposto lo stato di preallarme su tutto il territorio. Fiumi e torrenti montani s´ingrossano fino a raggiungere la soglia d´attenzione. Toce, Anza, Bogna, Diveria, Melezzo e Ovesca. 

Nell´Ossola, che tra frane, allagamenti, cadute di alberi e strade chiuse appare la zona più colpita, torna la paura. Vigili del fuoco, polizia stradale, carabinieri, uomini della Protezione Civile e volontari sono mobilitati. Squadre dell´Aib presidiano argini, ponti e viadotti. A Villa si tiene sotto controllo il rione Maglietto, il più esposto al torrente Ovesca. Così a Domo, fra l´imbocco della val Bognanco e la zona Oltrebogna, a ridosso della Cappuccina. Si tengono d´occhio anche i rilasci delle dighe e delle centrali idroelettriche, numerosissime nella zona. Il Diveria, già ai livelli di guardia, erode nuovamente l´argine posto a protezione della variante provvisoria alla superstrada statale 33 del Sempione, all´altezza dell´area Snam di Masera. Momenti critici. Ad una ad una chiudono le strade delle valli. Prima Vigezzo, poi Anzasca, Antrona e Trasquera. Chiuso lo svincolo delal superstrada a Pieve Vergonte.

 

NEL VERCELLESE UNA NOTTE DI PAURA 
Nevica oltre i 2600 metri della Bocchetta delle Pisse. Ed è l´unica buona notizia di una notte da paura, trascorsa insonne da Varallo a Vercelli. Verso le 11 di ieri sera la situazione dell´alta Valsesia, pur in tutta la sua drammaticità, quanto meno non peggiorava più. «Le strade per Scopa e Boccioletto sono tecnicamente riaperte - spiegava l´assessore provinciale Francesco Zanotti raggiunto al telefonino in valle - anche se transitano soltanto i mezzi autorizzati. 

La situazione è grave a Valmaggia dove il manto stradale è compromesso e il traffico è vietato. In più ci sono tutti i ponti valsesiani chiusi ad eccezione del viadotto di Doccio. Non ci resta che attendere gli eventi». Così come ad attendere e sperare è stata la pianura dove, nonostante non abbia piovuto, tutti i corsi d´acqua erano al limite. A Lenta 90 pecore di un gregge di 1500 esemplari sono rimaste bloccate su un isolotto formatosi in mezzo alla Sesia quando il fiume si è gonfiato all´improvviso nel tardo pomeriggio. Per salvarle sono arrivati i vigili del fuoco con un gommone.

Continuando a scendere verso Sud lungo l´asse della Sesia, c´è da segnalare l´esondazione ad Arborio. «E´ sempre il solito tratto - commentava ieri sera l´assessore provinciale Dario Piola -. Un´impresa si è messa subito al lavoro per riparare il danno prima dell´arrivo della grande ondata di piena». L´onda anomala era attesa con trepidazione e paura tra le 2 e le 3. Il livello del Cervo, consistente per tutto il pomeriggio, in serata stava calando, non così quello dell´Elvo che alle 23 era alto in modo preoccupante. «Secondo gli esperti - spiegava Piola - se l´onda di piena della Sesia si scontrerà con quella dell´Elvo la situazione potrebbe diventare davvero molto grave». Tutti i ponti sono stati presidiati per tutta la notte da forze dell´ordine, guardie venatorie e polizia provinciale in attesa di un evento impossibile da prevedere. 

 

 


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