LA
SITUAZIONE PIU´ CRITICA SI VERIFICA NEL BACINO DELLA DORA BALTEA
E'
tornata a far paura la Dora Baltea nei paesi dell'Eporediese, dopo ore
di nubifragi e grandinate. Sono tornati a far paura tutti i torrenti
che scendono dalle colline tra Ivrea e la Valle d'Aosta. Ieri alle 14
c'era solo lo «stato di vigilanza»: sono bastati pochi minuti perché
la situazione peggiorasse all'improvviso. Strade allagate, campagne
che ricordavano lo scenario dei disastrosi eventi alluvionali di
questi ultimi anni: ottobre 2000, novembre '94, settembre '93. Le
prima avvisaglie si sono avute a Banchette.
Quella che è stata
definita «un'onda anomala» ha provocato l'allagamento della strada
provinciale 69, sotto il cavalcavia dell'autostrada A5 Torino - Aosta.
L'arteria è stata immediatamente chiusa al traffico. Nel giro di
poche ore in quel punto si è sollevato il livello dell'acqua fino a
sfiorare i due metri. L'allarme è scattato nei paesi del circondario:
«Sono state subito attivate - spiega il sindaco di Salerano, Elio
Ottino - le sale radio di Banchette, Salerano, Ivrea e Fiorano. Decine
di volontari della protezione civile si sono subito attivati».
Difficile la situazione anche ad Ivrea, dove l'onda di piena ha
lambito via delle Rocchette. Dice il sindaco Fiorenzo Grijuela: «Oltre
a questa strada si registrano allagamenti di cantine e garage. Le
strade comunque sono percorribili, anche se con difficoltà, come pure
i ponti». Molto critica anche la situazione sulla statale 228 per
Viverone, chiusa nel tratto tra Ivrea e Burolo per allagamenti. A
Ivrea, e situazione analoga in tutti i paesi della zona, molte strade
sono state interrotte per allagamenti provocati dallo scoppio di
tubature e tombini. Innumerevoli gli smottamenti e gli straripamenti
dei torrenti soprattutto nei paesi della cintura: difficile la
situazione a Bollengo, Albiano, Chiaverano e Borgofranco (dove sono
state evacuate due famiglie di regione Paratore).
Allagate alcune
borgate di Pavone e Romano Canavese. In alcune zone è mancata per
diverse ore anche l'energia elettrica. Ad Andrate è stata chiusa la
provinciale per Chiaverano e quella comunale per San Giacomo mentre
sta creando gravi preoccupazioni una frana in Regione Piste. Sotto
controllo, invece, la situazione in Alto Canavese dove l'Orco è
rimasto sotto il livello di guardia. In valle Orco è interrotta da
ieri mattina la strada comunale di Piantonetto in direzione della diga
del Teleccio. A Forno si segnala un leggero cedimento della terra in
località Marietti, nei pressi del ponte sul torrente Viana. Si teme
per le prossime ore, quando dovrebbe arrivare una seconda ondata di
piena.
LA
STATALE 26 CHIUSA PER 10 CHILOMETRI, A DONNAS CONVOCATO IL CENTRO
OPERATIVO
La
Bassa Valle D'Aosta sta rivivendo l´incubo dell´alluvione del 15 ottobre
2000. Una serie di nubifragi scatenati da una perturbazione arrivata
dalla Francia ha riportato la mente di molti abitanti di Arnad, Hône,
Donnas e Pont-St-Martin al terrore di quella domenica di due anni fa,
quando un inferno d´acqua si scatenò su tutta la regione provocando
17 morti e danni per 500 milioni di euro.
Piove da martedì mattina e
in alcuni punti la quantità d´acqua si è avvicinata di molto ai
livelli dell´ottobre 2000. La statale 26 è chiusa per un tratto di
10 chilometri dalle 17 di ieri. Il transito è vietato dal bivio a
fianco dell´Hotel Nigra di Montjovet fino al ponte nuovo di Hône. La
Dora Baltea ha superato gli argini nelle campagne tra Arnad e Hône. I
ruscelli si sono trasformati in torrenti e hanno rovesciato una
valanga d´acqua sulla statale. Acqua che ha raggiunto, in alcuni
punti, i 70 centimetri di altezza. E a Nus, nel pomeriggio, una donna
di Plan Félinaz è rimasta ferita in un incidente stradale insieme
con i suoi due figli. Nessuno è grave. Terra e massi sono franati un
po´ ovunque, ad Arnad all´altezza della palestra di roccia e a Hône
a poca distanza dal ponte nuovo.
A Issogne la Dora è vicina alla
fuoriuscita dagli argini e il sindaco ha trasferito già ieri
pomeriggio tutte le pale meccaniche e i camion del Comune dalla
sinistra alla destra orografica del fiume, disponendoli nei punti più
a rischio per poter intervenire subito in caso di emergenza. Il
sottopasso della ferrovia si è riempito d´acqua e un´auto è
rimasta bloccata. L´hanno liberata i vigili volontari. «C´è poco
da star tranquilli - dice il sindaco Luciano Morelli prima di uscire,
ieri sera, per l´ennesimo sopralluogo-. Speriamo che la Dora non esca
dagli argini». Su tutta la Bassa Valle c´è lo stato di massima
allerta.
A Donnas il sindaco Mauro Arvat ha convocato già nel
pomeriggio di ieri il Centro operativo, subito costretto a riunirsi
per il pericoloso e velocissimo innalzarsi del livello della Dora
Baltea. Il fiume ha superato gli argini, sia pure di poco, a Pramotton
e il villaggio, insieme con quello di Vert, ora è presidiato 24 ore
su 24 dai vigili del fuoco volontari, che controllano anche la
situazione nel Borgo. E´ proprio in quest´ultimo villaggio,
sconvolto dall´alluvione nell´ottobre 2000 (c´erano 4 metri di
fango tra le case) che intorno alle 17,30 di ieri si sono rivissuti
momenti di paura. I tombini si sono intasati per l´enorme quantità d´acqua
caduta in pochissimi minuti ed è stato subito allarme, perché le
cantine hanno cominciato ad allagarsi. «Per ora non abbiamo
particolari danni né persone costrette ad abbandonare le case -
spiega Mauro Arvat -, ma abbiamo disposto una serie di pattugliamenti
e di vigilanza continua su tutto il territorio». L´acqua ha bloccato
anche il sottopasso tra la statale 26 e il ponte nuovo.
Situazione
critica anche nella zona tra Pont-St-Martin e Carema, dove ci sono
cantine con due metri d´acqua. E il cielo non promette nulla di
buono.
Stefano
Sergi
DALLE
15 UNA VASTA PERTURBAZIONE HA COLPITO LA PROVINCIA: EMERGENZA FINO A
SERA
La
prima notizia giunta in redazione nel pomeriggio parla di mezzo metro
d´acqua in via Ivrea, con cortili, negozi, cantine allagate e il
traffico impazzito. Da quel momento, sotto una pioggia incredibile, le
notizie si trasformano in un elenco di frane, strade interrotte, ponti
lambiti dai torrenti gonfi d´acqua e allagamenti.
L´allarme scatta
alle 15 alla periferia della città, al confine con Occhieppo
Inferiore. Qui scorre il torrente Oremo che straripa, riversando acqua
dovunque e creando sulla strada una coltre di fango. Si tratta
purtroppo del drammatico anticipo di quello che sarebbe successo di lì
a poco. Sotto un cielo nero, solcato da qualche fulmine e con un
brontolio di tuono, sulla città e sui paesi della collina si scatena
un inferno d´acqua e grandine. In pochi minuti i centralini di vigili
del fuoco, carabinieri e polizia cominciano a raccogliere notizie
sempre più allarmanti sulla situazione, che sta precipitando. Quanto
accade in città, a parte gli allagamenti in via Ivrea, è
riassumibile soprattutto in tre momenti: i dipendenti del Lanificio
Cerruti, che si affaccia sul torrente Cervo, sono costretti a lasciare
i reparti, in cui entra l´acqua; il ponte della Maddalena, lambito
dal Cervo in piena, è chiuso; in molti tratti il porfido, sotto la
spinta dell´acqua sotterranea, «salta», mentre il traffico si fa
sempre più caotico.
Dal capoluogo ai paesi la situazione non è
migliore, soprattutto nella Valle di Oropa, in Valle Cervo e in tutta
la Valle dell'Elvo, dove cedono gli argini di molti corsi d'acqua,
compresi i torrenti Cervo, Oropa, Oremo e Bolume, che scaricano sulle
strade tonnellate di acqua, fango e detriti, provocando l'intasamento
di tombini e fognature, e generando pericolosi allagamenti su tutte le
zone a valle di Graglia, Donato, Sordevolo, Pollone, Piedicavallo,
fino a Biella. Moltissimi gli scantinati e saloni industriali invasi
dall´acqua. Stessa situazione a Occhieppo, Camburzano, Mongrando,
Ponderano, Cerrione, Borriana Gaglianico, Salussola, Candelo, Benna e
in tutti i centri della Valle Cervo.
Emblematica la testimonianza
giunta da Lorazzo: «E´ 12 anni che abitiamo qui, dalla finestra
della nostra cucina non avevamo mai visto il Cervo, mentre ieri il
livello e la violenza dell´acqua erano spaventosi». Molti gli
smottamenti e la caduta di alberi: i vigili del fuoco, intervenendo a
Campiglia, rimangono bloccati tra due frane e si rende necessario l´intervento
delle ruspe per aprire una via di uscita. Molti alberi, cadendo,
danneggiano le linee elettriche, causando numerosi e prolungati
black-out. Su molte strade delle Valli Elvo, Oropa e Cervo l´acqua
alta blocca completamente il traffico. Chiuse , anche se per poche
ore, numerose strade: fra queste anche la Biella-Oropa, per una frana
caduta all'altezza dei Tre Archi, mentre il crollo di un piccolo ponte
isola completamente i duecento abitanti della frazione Colla di Netro.
Solo verso sera smette di piovere e la grande paura si allenta. Domani
si comincerà a contare i danni.
UN
GIORNO DI MALTEMPO: PARALISI DELLE VIE DI COMUNICAZIONE. ALBERO SU UN´AUTO
Strade
interrotte, fiumi e torrenti a livello di guardia, allagamenti di
cantine e box, alberi sradicati dalla furia del vento. Ventiquattro
ore di pioggia intensa hanno messo ieri in ginocchio l´Ossola.
Il
nubifragio che da martedì sera sta imperversando sulla valle del Toce
sta causando danni in diverse zone. E´ tornato l´incubo della
drammatica alluvione dell´ottobre 2000. Da ieri sono interrotte le
strade statali della Vigezzo, dell´Anzasca, la provinciale che sale
ad Antrona e di quella che porta a Trasquera. Ma anche la superstrada
è stata tenuta sotto controllo: il Toce in piena ha rischiato di
causare danni a Masera.
Il bilancio della giornata era ieri sera
ancora provvisorio ma le previsioni meteo non paiono per nulla buone.
Tant´è che in serata da alcune province piemontesi (Cuneo e Novara)
si sono mosse alcune colonne della protezione civile e dei vigili del
fuoco, che sono giunte nel Vco a notte fonda. Una situazione
difficile, che già si è presentata tale dalle prime ore della
mattina. Sulla strada della Vigezzo dovevano essere posate le reti per
frenare la caduta di massi a Paiesco: la pioggia intensa ha indotto
l´Anas
a chiudere la statale che collega con la Svizzera, con ovvi disagi per
gli automobilisti. Alcuni camionisti sono rimasti bloccati a Santa
Maria dopo le consegne.
La valle è rimasta collegata all´Ossola solo
con il treno della Vigezzina. La pioggia è aumentata di intensità
nel pomeriggio: tra le 16 e le 20 il maltempo ha raggiunto l´apice.
Una frana caduta dopo Viganella ha costretto i responsabili della
Provincia a chiudere la provinciale che sale da Villadossola ad
Antrona. Problemi a ripetizione pure sulla statale 549 dell´Anzasca:
frane a Molini e Pontegrande. Sono intervenuti i vigili del fuoco ed
alcune motopale della provincia. Alle 17 sono apparsi i cartelli di
chiusura della statale nell´abitato di Piedimulera, dove l´Anza
stava salendo di livello. In serata anche la strada che da Varzo porta
a Trasquera è stata chiusa per precauzione. Una frana si è invece
verificata all´altezza di San Giovanni, poco dopo Crevoladossola.
Pioggia e vento non hanno risparmiato la superstrada. Ad Anzola, un
albero abbattuto dal vento ha colpito un´auto, danneggiandola
seriamente: per fortuna il conducente non è rimasto ferito. E´ stato
soccorso dagli agenti della Polstrada di Domodossola. Altre piante
sono state sradicate ed abbattute tra Pieve Vergonte e Vogogna, dove
le folate di vento sono state fortissime. Non si registrano danni a
cose o persone. In tilt sono andati sia il sottopasso all´ingresso di
Villadossola che quello di Domodossola, di recente costruzione. L´acqua
li ha allagati e il transito è stato interrotto. A Villa sono
intervenuti gli uomini dell´Aib per togliere l´acqua dalla strada
che collega il centro paese al Villaggio Sisma. Allarme anche a Masera,
all´altezza della centrale Snam. Qui il Toce ha rischiato di uscire
dagli argini.
Una pattuglia della Polizia Stradale di Domodossola ha
presidiato per ore la zona dove, solo un anno e mezzo fa, il Toce
aveva praticamente "divorato" un tratto di strada. Alto,
ieri sera, il rischio che l´acqua potesse erodere un altro tratto di
strada e quindi di trovare varchi verso la centrale del gas. Sotto
controllo anche l´autostrada all´altezza dell´uscita di Baveno dove
il versante montano "scaricava" sassi. Diversi torrenti come
Melezzo, Diveria, Bogna, Ovesca, Anza sono cresciuti a dismisura in
poche ore. Le pioggie più intense si sono verificate in valle
Bognanco dove sarebbero caduti 200 millimetri di acqua in 12 ore.
BORGOMANERO
DEVASTATA DALLA GRANDINE
Una
grandinata di 45 minuti ha provocato danni e devastazione, ieri sera
dopo le 22, nella fascia compresa fra Arona e Borgomanero.Subito dopo
si è scatenato un nubifragio che ha completamente allagato il centro
storico di Borgomanero dove si sono registrati fino a 80 centimetri d´acqua.
Trenta centimetri di grandine sono rimasti a terra. Molte strade
interrotte. In particolare quella fra Piovino e la frazione di Santo
Stefano. Isolata la frazione di santa Cristina: il ponte sull´Agogna
è stato chiuso perchè pericolante.
Interrotta la
statale 142 fra Borgo e Cureggio. Il sottopassaggio di viale Novara,
all´ingresso della città, si è allagato ancora. Stavolta hanno
dovuto intervenire i vigili del fuoco a salvare due automobilisti
rimasti prigionieri nelle loro auto. Un clima da apocalisse, insomma,
con la maggior parte delle vie di comunicazione impraticabili. Si sono
mobilitati tutti, ieri sera in città dai vigili del fuoco ai
carabinieri ai dipendenti comunali ed ai volontari. Per fortuna non si
registrano nè vittime nè feriti. I danni sono ingenti. Il parco di
villa Marazza con gli alberi secolari risulta devastato. Situazione
grave anche in Ossola. L´intensità massima delle precipitazioni, con
una punta di 200 millimetri in appena dodici ore, si registra a
Pizzanco, in alta val Bognanco. Trasquera e Antrona sono appena di là.
La Prefettura aveva disposto lo stato di preallarme su tutto il
territorio. Fiumi e torrenti montani s´ingrossano fino a raggiungere
la soglia d´attenzione. Toce, Anza, Bogna, Diveria, Melezzo e Ovesca.
Nell´Ossola, che tra frane, allagamenti, cadute di alberi e strade
chiuse appare la zona più colpita, torna la paura. Vigili del fuoco,
polizia stradale, carabinieri, uomini della Protezione Civile e
volontari sono mobilitati. Squadre dell´Aib presidiano argini, ponti
e viadotti. A Villa si tiene sotto controllo il rione Maglietto, il più
esposto al torrente Ovesca. Così a Domo, fra l´imbocco della val
Bognanco e la zona Oltrebogna, a ridosso della Cappuccina. Si tengono
d´occhio anche i rilasci delle dighe e delle centrali idroelettriche,
numerosissime nella zona. Il Diveria, già ai livelli di guardia,
erode nuovamente l´argine posto a protezione della variante
provvisoria alla superstrada statale 33 del Sempione, all´altezza
dell´area Snam di Masera. Momenti critici. Ad una ad una chiudono le
strade delle valli. Prima Vigezzo, poi Anzasca, Antrona e Trasquera.
Chiuso lo svincolo delal superstrada a Pieve Vergonte.
NEL
VERCELLESE UNA NOTTE DI PAURA
Nevica
oltre i 2600 metri della Bocchetta delle Pisse. Ed è l´unica buona
notizia di una notte da paura, trascorsa insonne da Varallo a
Vercelli. Verso le 11 di ieri sera la situazione dell´alta Valsesia,
pur in tutta la sua drammaticità, quanto meno non peggiorava più. «Le
strade per Scopa e Boccioletto sono tecnicamente riaperte - spiegava l´assessore
provinciale Francesco Zanotti raggiunto al telefonino in valle - anche
se transitano soltanto i mezzi autorizzati.
La situazione è grave a
Valmaggia dove il manto stradale è compromesso e il traffico è
vietato. In più ci sono tutti i ponti valsesiani chiusi ad eccezione
del viadotto di Doccio. Non ci resta che attendere gli eventi». Così
come ad attendere e sperare è stata la pianura dove, nonostante non
abbia piovuto, tutti i corsi d´acqua erano al limite. A Lenta 90
pecore di un gregge di 1500 esemplari sono rimaste bloccate su un
isolotto formatosi in mezzo alla Sesia quando il fiume si è gonfiato
all´improvviso nel tardo pomeriggio. Per salvarle sono arrivati i
vigili del fuoco con un gommone.
Continuando a scendere verso Sud
lungo l´asse della Sesia, c´è da segnalare l´esondazione ad
Arborio. «E´ sempre il solito tratto - commentava ieri sera l´assessore
provinciale Dario Piola -. Un´impresa si è messa subito al lavoro
per riparare il danno prima dell´arrivo della grande ondata di piena».
L´onda anomala era attesa con trepidazione e paura tra le 2 e le 3.
Il livello del Cervo, consistente per tutto il pomeriggio, in serata
stava calando, non così quello dell´Elvo che alle 23 era alto in
modo preoccupante. «Secondo gli esperti - spiegava Piola - se l´onda
di piena della Sesia si scontrerà con quella dell´Elvo la situazione
potrebbe diventare davvero molto grave». Tutti i ponti sono stati
presidiati per tutta la notte da forze dell´ordine, guardie venatorie
e polizia provinciale in attesa di un evento impossibile da prevedere.
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