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Le carte sono propizie
Più di dieci anni fa, era l’otto dicembre 1990, nevicò forte sulle Alpi. Un metro e mezzo dalle Marittime alle Lepontine, e trenta centimetri in pianura, perfino a Torino, dove i più ricordano la nevicata perché mandò in fumo la partita Toro-Juve, tutti a casa, campo inagibile (eh, eh, eh, non si chiama forse Stadio delle Alpi? Potevate chiamarlo Acapulco…).
Otto dicembre 2001, splende il sole su tutto il norditalia, non un fronte nemmeno a pagarlo oro, piuttosto nebbia. Forlì, un bel cielo limpido e la seconda Fiera nazionale della meteorologia. Tra gli stand affollati di meteoamatori (talora anche qualche meteomane) c’è aria stagnante, per via dell’anticiclone. Ma dai monitor escono le prime carte della settimana e comincia a spargersi la novella: è nata una retrograda, da nord est scende su di noi. Aria bella fredda, dalla Russia con tremore. Sarà vero? I modelli saranno affidabili? Tutti ci sperano e intanto si prevede, si prevede… il verdetto è un venerdì di neve e gelo.
Il sogno del freddista
Chissà poi perché tutti quelli che amano la meteorologia sono così morbosamente attaccati al freddo e ai suoi effetti… eppure è così, la gente normale lo odia, desidera luoghi tropicali, da cartolina spiaggesca, loro no. Fremono per un termometro sotto i meno dieci, farebbero qualsiasi cosa per una nevicata, meglio se accompagnata da 30 nodi di vento. Li chiamano “freddisti” e, nella ristretta comunità meteorofila, sono assai più numerosi dei “caldisti”. Esultavano quell’otto dicembre 2001, ma temevano che fosse solo un sogno.
Settimana d’attesa
Lunedì, le carte confermano. Martedì i modelli a 72 ore disegnano senza dubbio l’irruzione fredda. La temperatura scende sulla pianura padana e i forum meteorologici su internet si scaldano. Mercoledì: ora i dubbi sembrano del tutto rimossi: l’aria fredda è in viaggio.
Analisi al suolo del 13 dicembre 2001
ore 00 UTC
Fonte: Freie Universitat Berlin
Giovedì 13 dicembre, Santa Lucia
Primo mattina a Torino: cielo sereno. Mezza mattina a Torino: cielo sereno. Fine mattina a Torino: cielo sereno. Primo pomeriggio a Torino: cielo sereno. Ma arriva o no questo frontino russo?
Sì, sì, arriva. A mezzogiorno nevica già sul Friuli, e poi Padova, Ferrara. Va forte, oltre 50 km/ora. I freddisti già baciati dal gelido soffio del “buran” esultano sui forum, impazienti e tesi gli altri ancora al sereno. Reggio Emilia, ore 16 si copre e cadono i primi cristalli, Torino ancora cielo limpido, ma un altocumulo isolato compare da est. Milano, ore 17 ricevo una telefonata, tutto tranquillo. Poco dopo mi richiamano: “S’è sollevato un vento gelido e impetuoso, nevica”. Ci siamo, ormai è questione di ore. Sul bollettino meteo avevamo scritto: “Rinforzo del vento da est alle 18, primi fiocchi in serata”. Sono le diciotto, le serrande dell’ufficio tremolano leggermente emettendo suoni metallici. Le foglie della magnolia si scuotono. E’ buio, ma gli altocumuli coprono ora 5/8. Ci siamo. Complimenti ai modelli, obiettivo centrato, cento per cento a cinque giorni.
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