IL GHIACCIAIO DEL LYS (MONTE ROSA) NEL 2010:
PROSEGUONO IL REGRESSO ED IL COLLASSO DELLA LINGUA VALLIVA
Willy Monterin, Luca Mercalli,
Paolo Piccini, Daniele Cat Berro (Società Meteorologica Italiana) - 29
settembre 2010
Il 28 settembre 2010 sono state
effettuate le misure di variazione frontale al ghiacciaio del Lys, sul
versante valdostano del Monte Rosa, nell’ambito dell’annuale campagna
di rilievi coordinata dal
Comitato
Glaciologico Italiano .
La fronte del Ghiacciaio del Lys con il lago
proglaciale, il 28 settembre 2010.
Anche quest’anno si è osservato un
drastico regresso frontale, pari a -19 m in corrispondenza del segnale
di misura M2009, che porta a circa 1710 m il ritiro totale registrato
dalla fine della Piccola Età Glaciale (1820-60). Prosegue dunque il
rapido disfacimento dell’imponente lingua valliva del ghiacciaio,
ormai quasi completamente occultata dal detrito e priva di
collegamento con i settori superiori. Questo corpo di ghiaccio è ormai
statico e in rapida fusione data la quota relativamente bassa (2350 m)
e la mancanza di apporti diretti dal bacino superiore di
alimentazione, ormai limitati a un piccolo conoide di rimpasto sotto
la seraccata sospesa in destra idrografica.
Variazioni frontali
del ghiacciaio del Lys dal 1812 al 2010, una delle più lunghe serie
delle Alpi meridionali. Dall’ultima pulsazione attribuibile alla
Piccola Età Glaciale (1860), la fronte si è ritirata di circa 1710 m
(19 m nell’ultimo anno).
Tale andamento trova giustificazione in
un inverno normale sotto il profilo delle precipitazioni, durante il
quale (da ottobre 2009 a maggio 2010) si sono totalizzati 389 cm di
neve fresca all’osservatorio meteorologico di Gressoney-D’Ejola (1850
m), valore molto vicino alla media di lungo periodo, pari a 395 cm, ma
seguito da un’estate nuovamente calda (anomalia di +2.3 °C in luglio)
che ha fuso la neve stagionale fino a quote di circa 3200 m sul
versante meridionale del Monte Rosa causando marcate perdite di massa
glaciale.
La fronte del ghiacciaio del Lys, che da alcuni
anni termina in un articolato lago proglaciale.
Un sottile strato di neve recente (inferiore a 2-3 cm) mette in
evidenza le porzioni di ghiaccio affiorante rispetto a quello sepolto
dal detrito. Siamo di fronte a una massa di ghiaccio in veloce
smagrimento e collasso, non più alimentata dai settori superiori del
ghiacciaio.
Durante il
sopralluogo del 27 settembre 2009 era stato rinnovato il segnale di
misura, identificato con la sigla M2009, in prossimità di un masso a
191 m dalla fronte. La distanza rilevata quest’anno, pari a 210 m,
evidenzia un ritiro frontale di 19 m.
Il vecchio segnale
M1985 dista ormai dalla fronte circa 430 m, e nei suoi pressi - in una
zona non più coperta da ghiaccio dai primi Anni 1960 - si stanno
insediando i primi esemplari di salice nano e larice. Al centro
dell’immagine si nota il piccolo cordone morenico edificato
dall’avanzata del periodo 1973-85.
Nel mese di luglio
2010 è stata segnalata la comparsa di un lago marginale al contatto
del fianco sinistro della lingua valliva, alimentato da acque di
fusione, qui visto in una foto
da elicottero di R. Cilenti. Dati i volumi d’acqua ridotti, per ora è
inverosimile immaginare effetti importanti qualora dovesse prodursi
un’ improvvisa rotta glaciale.
Inoltre si segnala che durante uno dei
periodi di maggiore ablazione, nella giornata del 29 luglio 2010, si è
osservato un notevole distacco di ghiaccio dalla fronte. La violenta
ondata che ne è scaturita ha in parte travolto una comitiva di
escursionisti che si trovava a riva, e non ha causato vittime solo per
una circostanza fortuita, data la grande pericolosità del fenomeno,
ripreso peraltro in questo video amatoriale.
Tale evento è analogo, sebbene di portata inferiore, a quello
sviluppatosi il 9 agosto 1996 al Lago del Miage (Val Veny, Monte
Bianco), in cui rimasero travolti 11 turisti, che tuttavia riportarono
solo traumi e ferite lievi.