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MISURE DI ABLAZIONE SULLA LINGUA DEL GHIACCIAIO DEL
BELVEDERE, MONTE ROSA (VB)
Andrea
Tamburini (CESI S.p.A., Milano), Gianni Mortara (CNR-IRPI, Torino),
Danilo Godone (Università di Torino, Facoltà di Agraria) - 4 settembre
2006 |
L’estate 2006 si è distinta per le forti
e ripetute ondate di calore che hanno interessato i mesi di giugno
(scarti della media mensile dalla norma di +2 °C in Piemonte) e luglio
(scarti fino a +3÷4°C); quest’ultimo è risultato il luglio più caldo
da oltre un secolo in Piemonte - insieme a quello del 1950
all’Osservatorio di Moncalieri - e in seconda posizione dopo quello
del 1928 nella Svizzera italiana. In agosto il ritorno di venti
atlantici più freschi e umidi ha segnato una riduzione della fusione
glaciale, che tuttavia non ha modificato le sorti di una stagione
comunque assai negativa per il glacialismo. Sulle Alpi tutte le estati
dal 2003 al 2006 hanno mostrato temperature anormalmente elevate, e il
regresso dei ghiacciai ha subito una drastica accelerazione.
Il 28-29 giugno 2006 è stata installata una rete di paline
ablatometriche sulla lingua del Ghiacciaio del Belvedere (Macugnaga,
Monte Rosa), disposte lungo due allineamenti trasversali all’asse
della lingua, a monte della biforcazione . |
Ubicazione delle paline
ablatometriche installate sulla lingua del Ghiacciaio del Belvedere
(base cartografica: ortofoto realizzata dall’Ing. G. Viazzo, Vercelli) |
Le paline, realizzate mediante listelli
in legno della lunghezza di due metri ciascuno, vincolati tra loro a
formare una catena della lunghezza complessiva di 8 metri, sono state
posate previa perforazione del ghiaccio con sonda a vapore. |
Perforazione del ghiaccio
mediante sonda a vapore Heucke (foto M. Biddoccu); all’interno del
foro, che raggiunge la profondità di circa 7,5 m, viene infilata la
palina, costituita da quattro spezzoni in legno della lunghezza di 2 m
ciascuno, vincolati tra loro con una treccia d’acciaio |
Esse consentono di eseguire la misura
dell’ablazione e degli spostamenti di questo settore del ghiacciaio,
la cui evoluzione viene contemporaneamente controllata mediante
interferometria SAR (Synthetic Aperture Radar) da terra da parte del
Dipartimento di Elettronica dell’Università di Firenze.
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Misura della sporgenza
della palina ablatometrica dalla superficie del ghiacciaio (foto G.
Mortara) |
Determinazione
della posizione della palina ablatometrica mediante rilievo GPS
differenziale di fase rispetto ad un caposaldo di riferimento esterno
(foto G. Mortara); a fianco del punto di misura si può osservare la
sonda a vapore Heucke, ideale per poter essere trasportata a spalle
sulla superficie accidentata del ghiacciaio |
Grazie alle misure di spostamento ed
ablazione tradizionali, sarà possibile effettuare una verifica
indipendente dei risultati forniti dall’interferometria SAR da terra,
una tecnica di monitoraggio innovativa che consente di effettuare
misure di spostamento superficiale da una postazione remota, senza che
sia necessario accedere all’area posta sotto controllo. Queste
attività rientrano nell’ambito del
Progetto Europeo
Galahad , coordinato da
CESI RICERCA S.p.A.,
che ha come obiettivi lo sviluppo e l’integrazione di tecniche di
monitoraggio remoto (laser scanner da terra, interferometria SAR da
terra e da satellite) per lo studio e la mitigazione del rischio
legato all’evoluzione di versanti instabili, ghiacciai e valanghe. |
Veduta aerea del ghiacciaio del Belvedere
(ripresa dai pressi della Punta Gnifetti verso Nord-Est), scattata il
10.08.2006 (f. M. Cucchi). Al centro è visibile la grande depressione
occupata dal lago Effimero negli 2001-2003: oggi resta appena una
modesta pozza che non desta preoccupazione, ma il sito è ancora
oggetto di sorveglianza e ricerca per la notevole instabilità
geomorfologica della parete Est del Monte Rosa. |
Nell’arco del mese di luglio sono stati
misurati valori medi di ablazione dell’ordine di 5 cm/giorno,
con un massimo di 10 cm/giorno in corrispondenza della palina n. 3,
posta al centro della lingua, appena a monte della biforcazione.
Questo significa che, nel solo mese di luglio, si sono “consumati”
circa 1,4 metri di ghiaccio nel settore posto sotto controllo. Se
si estrapola questo valore all’intera area indagata, la cui estensione
corrisponde a circa un settimo di quella dell’intera lingua del
Ghiacciaio del Belvedere, si può stimare per il mese di luglio una
perdita di volume di ghiaccio pari a circa 350.000 m3, equivalenti a
circa 320.000 m3 d’acqua.
Questa situazione è andata successivamente migliorando grazie
all’abbassamento dei valori di temperatura nel mese di agosto, nel
corso del quale il tasso giornaliero di ablazione si è mediamente
ridotto del 40%, come evidenzia il diagramma di raffronto riportato
qui sotto. |
Confronto tra il tasso di
ablazione giornaliero misurato in corrispondenza di ciascuna palina
nel corso dei mesi di luglio ed agosto 2006; al di là dell’anomalia
locale riscontrata in corrispondenza della palina 2, si può notare
chiaramente la generale e sensibile riduzione del valore di ablazione
giornaliera nel mese di agosto rispetto al mese precedente. |
Questi dati rappresentano un ulteriore
contributo alla conoscenza del Ghiacciaio del Belvedere, laboratorio
unico nell’arco alpino per lo studio della dinamica glaciale. Il
ghiacciaio infatti è una sorta di “sorvegliato speciale” per la sua
storia recente, iniziata con la formazione del Lago “Effimero”
nell’estate 2002 e culminata con la grande valanga del 25 agosto 2005,
che ha coinvolto oltre un milione di metri cubi di ghiaccio,
collocandosi tra i maggiori eventi di questo tipo nell’arco degli
ultimi cent’anni. |
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