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MISURE GLACIOLOGICHE 2004 AL
GHIACCIAIO CIARDONEY
(GRAN PARADISO, TO)
Luca Mercalli, Daniele Cat
Berro – SMI Redazione Nimbus, 10 settembre 2004 |
Le consuete misure di variazione frontale
e di bilancio di massa al ghiacciaio Ciardoney (Gran Paradiso), attive
rispettivamente dal 1971 e dal 1992, sono state condotte il giorno 8
settembre 2004 dagli operatori della
Società Meteorologica
Italiana. Le operazioni, condotte in un’atmosfera
straordinariamente limpida e mite, si sono svolte in collaborazione
con la sede RAI di Aosta,
che ha documentato l’attività a cura del regista Giorgio Squarzino, e
si sono giovate del determinante appoggio logistico della
Direzione Protezione Civile della
Regione Autonoma
Valle d’Aosta, che ha messo a disposizione il trasporto di
personale e materiali tramite elicottero. |
Il ghiacciaio Ciardoney visto dalla stazione
fotografica S2 il 08.09.2004. Tutta l’abbondante neve stagionale è
ormai fusa a seguito della calda estate. |
Sul massiccio del Gran Paradiso l’inverno
2003-04 è trascorso con un buon innevamento: al 21 giugno lo spessore
di neve al Colle Ciardoney (3140 m) era ancora di 340 cm, e l’accumulo
specifico sul ghiacciaio di 1.17 m di equivalente d’acqua. Tuttavia,
le elevate temperature dell’estate 2004 (al vicino lago di Valsoera
l’anomalia termica rispetto alla media è stata di +0.8 °C) hanno
causato la completa fusione della neve stagionale, lasciando il
ghiacciaio privo di copertura nevosa residua, annerito dai detriti e
in balia della radiazione solare.
Di conseguenza, tutto il ghiacciaio ha subito perdite di massa, con
diminuzioni dello spessore di ghiaccio variabili dai 40 cm del sito n.
1, il più elevato (Colle Ciardoney, 3140 m), fino ai 180 cm del sito
n. 7, presso la fronte, a 2950 m. Complessivamente, il bilancio
specifico ammonta a -1.06 m di equivalente d’acqua: un valore che –
sebbene si collochi intorno alla media annuale osservata dal 1992, e
risulti assai meno drastico dell’estate 2003 - è pur sempre molto
negativo, e ancora una volta conferma la netta tendenza alla riduzione
dei ghiacciai alpini.
Dal 1992 a oggi il ghiacciaio ha perso uno spessore equivalente a una
lama d’acqua spessa ben 15.4 m e distribuita su tutta la superficie. |
Ghiacciaio Ciardoney, bilanci di massa annuali e
cumulati dalla stagione idrologica 1991-92 a oggi. Il valore di -1.06
m w.e. (water equivalent) di quest’anno (2003-04) si colloca in sesta
posizione tra i più negativi degli ultimi 13 anni. Le stagioni più
drastiche furono quelle del 1997-98 e 2002-03. Complessivamente il
ghiacciaio ha perso oltre 15 m di equivalente d’acqua dal 1991-92. |
Poiché, a causa della rapida perdita di
spessore del ghiacciaio avvenuta negli anni recenti, alcune paline
ablatometriche risultavano quasi del tutto emerse dal ghiaccio, queste
sono state rinnovate con nuovi elementi infissi fino a circa 10 metri
di profondità tramite sonda a vapore. |
Trasporto della
sonda a vapore attraverso il ghiacciaio. La lancia termica consente di
perforare il ghiacciaio fino a una profondità di circa 10 metri, per
infiggervi le paline ablatometriche impiegate per valutare la perdita
di spessore di ghiaccio. A sinistra nell’immagine Fulvio Fornengo,
operatore glaciologico al ghiacciaio Ciardoney da 19 anni, a destra la
guida alpina gressonara Arnoldo Welf. |
Alcune fasi della perforazione tramite sonda a
vapore e dell’installazione delle paline ablatometriche. |
Le misure di variazione frontale hanno
evidenziato un regresso medio del margine del ghiacciaio di 10.5 m,
che porta così a ben 257 m l’arretramento totale dal 1971. |
Durante la visita la fusione era ancora
molto attiva, nonostante la stagione avanzata: al modesto rigelo
notturno dell’acqua superficiale, dovuto per lo più al cielo sereno, è
seguito un rapido disgelo mattutino. Già alle ore 08.30 solari il
termometro indicava ben 6 °C all’ombra al Colle Ciardoney. Come più
volte osservato, l’acqua di fusione si incanalava abbondante nelle
bédières, solchi incisi dal ruscellamento superficiale e profondi fino
a oltre un metro e mezzo nel settore frontale del ghiacciaio. Nel
tratto mediano questi confluivano invece nei pozzi glaciali, allineati
in direzione Nord-Sud nei pressi del sito di misura n. 3, a 3050 m
circa. Inoltre, in prossimità della fronte stanno emergendo alcuni
dossi rocciosi montonati in sinistra idrografica, che indicano ormai
una scarsa consistenza del ghiacciaio in quel settore, preludio di un
prossimo smembramento del tratto frontale. |
Le sinuose bédières
incise dall’acqua di fusione sulla superficie del ghiacciaio. Qui, nel
settore frontale, dove il ruscellamento è più abbondante, la loro
profondità raggiunge anche il metro e mezzo.
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