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2 DICEMBRE 2012: LA TROMBA MARINA DI FRONTE A GENOVA

10.12.2012
Luca Onorato - ARPA Liguria

La tromba marina (o tromba d'aria, a seconda se si sviluppa sul mare o in terra ferma) può essere considerata uno dei fenomeni meteorologico più violenti che si verificano nell’area mediterranea: essa è costituita da una colonna d’aria in veloce rotazione antioraria che porta con sé acqua, polvere, detriti o altro materiale in funzione della sua violenza. Assume l’aspetto tipico di un imbuto che, dal cumulonembo da cui ha origine, si protende al suolo o sul mare dove si allarga: il suo diametro può raggiungere dimensioni anche di 100-150 metri. E’ un fenomeno meteorologico analogo al tornado, seppur con dimensioni e forza minori. Nei nostri climi ha di solito carattere moderato, anche se nei rari casi in cui si genera da violenti temporali a supercella può assumere la violenza dei tornado. Il fenomeno del 2 dicembre 2012 si è avvicinato molto probabilmente a quest’ultima struttura.

Domenica 2, infatti, attorno alle 16.45 sul mare di fronte a Nervi-Bogliasco si è sviluppata una tromba marina spettacolare alla base di una potente struttura temporalesca in movimento verso Portofino e il Levante (cumulonembo molto sviluppato e caratterizzato da una base scura da cui la tromba si è sviluppata).


La tromba marina si è sviluppata e progressivamente intensificata nel giro di una ventina di minuti sul tratto di mare al largo di Portofino - Nervi.

Questa tromba d'aria oltre ad essere molto imponente, è risultata sempre ben visibile dalla costa a circa 12 km (ed è stata caratterizzata da un diametro che a tratti ha raggiunto 150 - 200 m) è stata più duratura rispetto alle trombe d'aria che siamo abituati a osservare e la cui durata è limitata a qualche decina di minuti. L'evento infatti alle 17.15 era ancora visibile (anche se in attenuazione), oltre ad essere accompagnato da una struttura secondaria (allineata alla prima verso il largo).

 
 

La situazione meteo era caratterizzata da una debole circolazione al suolo, ravvivata da un ingresso di aria molto fredda in quota in spostamento dalla Germania verso i Balcani. In particolare tra le ore 15 e le 16 locali aria polare (circa -35 °C a 5000 m di quota) è penetrata rapidamente in Pianura Padana interessando nel suo moto verso Sud-Est anche l'Appennino ligure e creando condizioni di forte contrasto termico tra la massa d'aria relativamente più mite presente sul golfo di Genova nei bassi livelli (a Genova, sabato 1° dicembre, si è registrato un massimo di quasi 14 °C attorno alle ore 14.30).
Tale contrasto, legato ad aria calda nei bassi strati atmosferici e fredda ai medi livelli, ha innescato i primi moti ascendenti con la formazione di una struttura temporalesca locale (supercella), ma non per questo meno intensa.
In seno a questa piccola ma profonda depressione si sono sviluppati forti moti verticali caratterizzati da una significativa rotazione chiamata "shear",' in cui i venti ruotavano con diverse intensità (tra la superficie e i 5000 m di altitudine si stimavano differenze d'intensità del vento attorno 80-90 km/h).
Questa differenza di shear ha innescato più localmente dei moti rotatori verticali e un'aspirazione di aria e acqua dalla superficie del mare verso la struttura temporalesca con processi di sollevamento forzato attorno a un asse verticale; in questo modo tutta la nube cumuliforme che nel frattempo si è andata intensificando è stata caratterizzata alla sua base dalla formazione di una struttura a becco che, scendendo verso il basso, ha iniziato a risucchiare acqua marina. Anche se non è semplice misurare le intensità di questo fenomeno al suo interno, si può stimare che in questo imbuto i venti rotanti possano soffiare attorno ai 100 km/h, con punte che, per durate di qualche minuto, possono superare i 200 km/h.


QUALCHE DATO

In Italia il fenomeno delle trombe d’aria sembrerebbe essere in aumento (anche se la tendenza in parte potrebbe essere dovuta anche alla maggiore facilità attuale di segnalazione rispetto al passato, grazie a foto e video digitali, internet, forum di discussione, ecc). Recentemente altri casi si sono verificati a Taranto, nel grossetano, in Maremma, anche se rimane comunque ancora un fenomeno relativamente raro.
Le aree più colpite sono quelle pedemontane alpine, il Friuli, la Liguria, l’alta Toscana (Versilia), l’alto Lazio e la Sicilia, oltre ovviamente la Pianura Padana. Dalle statistiche si ha che negli anni ’70 si verificava un caso circa ogni due anni, mentre la frequenza attuale è decisamente più elevata e si è prolungata oltre la stagione estiva e inizio autunnale. I periodi in cui è più probabile il verificarsi di tali fenomeni sono comunque quelli compresi fra la primavera e l’inizio autunno; la fine dell’estate per le regioni settentrionali è uno dei momenti più critici, poiché il passaggio di fronti freddi spesso si manifesta con intense perturbazioni e violenti temporali, che possono essere accompagnati da grandine e trombe d’aria.

Da una statistica ARPAL che risale al 2005 si evince come, per la Liguria, agosto sia il mese più colpito. Le cause sembrerebbero essere una maggiore ricorrenza delle configurazioni meteorologiche a forte sviluppo meridiano, con conseguenti scambi termici significativi tra le regioni sub-tropicali e quelle polari (in particolare nell’area mediterranea), e probabilmente un effetto legato anche al cambiamento climatico (legato al riscaldamento globale).

Distribuzione del numero di trombe d'aria in Liguria dal 1970 al 2005 (fonte: ARPAL).



Distribuzione mensile delle trombe d'aria il Liguria (fonte: ARPAL).
 

 


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