ALLUVIONE TRA SPEZZINO E LUNIGIANA:
TRA 300 E 500 mm IN POCHE ORE,
ECCO LE CAUSE METEOROLOGICHE
27.10.2011, aggiornato al 3.11.2011
di
Claudio Castellano, Daniele Cat Berro e Maurizio Ratti - Società Meteorologica Italiana
Nella giornata del 25 ottobre 2011
un'intensa perturbazione atlantica legata alla depressione “Meeno”
sulle Isole britanniche ha interessato il Nord-Ovest italiano
accompagnata da una marcata situazione di sbarramento da Sud contro le
Alpi e l'Appennino Settentrionale. Tra i fenomeni osservati ha
spiccato l'eccezionale nubifragio alluvionale che tra mattino e
pomeriggio ha investito le Cinque Terre, la Val di Vara (SP) e la
Lunigiana (MS), scaricando colossali apporti di pioggia, fino al
massimo di 542 mm registrati in tutto l'evento (circa 30 ore) dal
pluviometro ARPAL
di Brugnato (SP).
Tecnicamente il responsabile del catastrofico evento alluvionale che
ne è conseguito è stato un Sistema Convettivo a Mesoscala (MCS)
rigenerante.
Un MCS è una struttura temporalesca indipendente con estensione
regionale e con un proprio ciclo evolutivo. Un MCS rigenerante è
rilevabile dalle immagini satellitari e radar dalla caratteristica
forma a “V”. Il vertice della “V”, stazionario per alcune ore, è la
zona in cui le nubi raggiungono la tropopausa e talvolta la
oltrepassano, è sede dei moti verticali più elevati e delle
precipitazioni più intense. In tali sistemi le quantità di
precipitazioni che si possono accumulare in poche ore sono rilevanti e
dell’ordine dei 200-400 mm in 3-8 ore. Queste sistemi temporaleschi
sono stati all’origine anche di altri episodi alluvionali, come quelli
di Vaison-la-Romaine (Provenza) e della Liguria (22 settembre 1992),
nonché della Versilia (19 giugno 1996), delle valli torinesi (28-29
maggio 2008), del Ponente di Genova (4 ottobre 2010) e in ultimo di
Roma (20 ottobre 2011).
Nell'immagine ripresa dal
satellite europeo nel canale visibile alle h 16:30 locali del
25.10.2011 il Sistema Convettivo a Mesoscala responsabile
dell'alluvione è “affogato” nell'esteso corpo della perturbazione
collegata alla depressione atlantica “Meeno”, tuttavia è apprezzabile
(riquadro rosso) la sommità della violenta cella temporalesca a forma
di “V”.
La presenza della corrente a getto in
quota (intorno ai 9000 metri di altitudine) ha un ruolo determinante
nella formazione di una struttura MCS rigenerante. In particolare se
una regione si trova nella zona di uscita dell’aria dal massimo del
getto, ovvero zona di divergenza dell’aria in alta troposfera, nei
bassi strati si crea una zona di convergenza per il sensibile calo
della pressione al suolo e i moti convettivi sono favoriti, come da
una sorta di aspirazione che rimane fissa per alcune ore sul medesimo
territorio. E’ ciò che è accaduto martedì 25 ottobre sulla superficie
di mare antistante le Cinque Terre. Tale congiuntura ha attivato la
formazione di una supercella temporalesca, la cui alimentazione è
stata favorita dal contesto sinottico caratterizzato da un flusso di
aria calda e umida nei bassi strati, dal sollevamento orografico della
massa d’aria contro l’Appennino ligure, dalla convergenza dei venti
tra S e SE verso l’imbocco delle valli Vara e Magra e, non secondario,
dall’apporto di vapore acqueo dalla superficie del mare ancora
relativamente tiepida in questo periodo dell’anno (da rilevamento
satellitare 17.8 °C).
Il geopotenziale al livello di 300 hPa
evidenzia la posizione della corrente a getto da SW tra le Baleari e
la Costa Azzurra (area tendente al giallo, con velocità del vento in
alta quota attorno a 50 m/s). I Sistemi Convettivi a Mesoscala
Rigeneranti tendono preferibilmente a generarsi nella zona di uscita
dell'aria dal massimo del getto in quota, ovvero dove l'aria diverge
ad alta quota e tende a convergere nei bassi strati. Nel pomeriggio di
martedì 25 il Levante ligure si è trovato immediatamente ai bordi della
corrente a getto, una delle condizioni all'innesco di tali fenomeni.
In tale congiuntura dalla mattinata
del 25 ottobre 2011 si è formato un sistema temporalesco che è evoluto
rapidamente in sistema rigenerativo “a V”, stazionario per diverse ore
e in spostamento lento verso SE solo dal tardo pomeriggio. La
stazionarietà di tali sistemi convettivi è il fattore più pericoloso,
poiché consente alla cella temporalesca di riversare piogge di
intensità monsonica sulle stesse zone, provocando veloci crisi nei
bacini idrografici – soprattutto di quelli di minore estensione e a
più breve tempo di corrivazione - con repentini innalzamenti delle
portate dei corsi d'acqua, alluvioni-lampo, colate detritiche e frane.
Il Fiume Vara – il più lungo della Liguria con i suoi 58 km tra il Monte
Zatta e la foce nel Fiume Magra - in poche ore ha aumentato il suo
livello idrometrico di circa 7 m a Piana Battolla, così come il Magra
a Fornola, a una decina di chilometri dalla foce in mare (vedi grafico
più in basso).
Disastrosi gli effetti sul territorio in particolare lungo la bassa
Val di Vara, le Cinque Terre (accumuli di detrito superiori a 2-3 m
nei centri di Monterosso al Mare e Vernazza) e ad Aulla, con 10
vittime accertate al momento e svariati dispersi.
Devastante irruzione delle acque di piena tra le vie di Monterosso al
Mare (SP)
nel pomeriggio del 25 ottobre 2011.
Precipitazioni orarie e cumulate
registrate all'osservatorio
SMI di Pontremoli.
Il picco di intensità si è osservato tra le h 16 e le 17 (ora solare)
con un apporto orario di 59,8 mm, mentre il totale giornaliero è
giunto a 371 mm, valore record dall'inizio delle misure
pluviometriche nel 1920, che supera in modo sbalorditivo il precedente
massimo di 285 mm
(19 agosto 1952). L'intero episodio ha
totalizzato 376 mm.
Il F. Magra in piena eccezionale al Ponte
del Giubileo di Pontremoli (MS) alle h 15:15 del 25.10.2011. Il
livello idrometrico è in crescita, e il colmo di piena verrà raggiunto
attorno alle h 17. La viabilità locale è compromessa da decine di
frane che hanno interrotto i collegamenti soprattutto con le frazioni
montane minori, ma per lo meno nella cittadina della Lunigiana
settentrionale non si registrano distruzioni come invece avvenuto in
serata più a valle, ad Aulla (f. M. Ratti).
L'impressionante pluviogramma di Brugnato
(ARPA
Liguria): si noti il crescendo di intensità della
precipitazione dall'alba fino ai 143 mm/h registrati a metà
pomeriggio. Il totale dell'evento è di 542 mm, pari a circa un terzo
della quantità di pioggia che normalmente cade sulla zona in un anno.
Su un intervallo di 6 ore si è rilevato un valore di circa 470 mm,
ragionevolmente uno tra i massimi di intensità mai rilevati in Italia
su tale lasso di tempo, paragonabile a quanto osservato a Genova
Bolzaneto durante l'episodio del 7-8 ottobre 1970 (quando tuttavia
l'inaudito nubifragio perdurò per 24 ore scaricando ben 948 mm,
massimo assoluto in Italia).
Evoluzione del livello del Fiume Magra a
Fornola, SP (ARPA
Liguria): si noti l'impressionante e improvvisa onda di
piena sopraggiunta tra pomeriggio e sera del 25 ottobre 2011 (aumento
di 7 m in poche ore) in conseguenza degli eccezionali apporti
pluviometrici registrati nei bacini degli affluenti in destra
idrografica (dalla
Val di Vara alla zona del Passo della Cisa).
La previsione delle precipitazioni per le
24 ore di martedì 25 ottobre 2011 elaborata da un modello ad area
limitata a poche ore dall'evento. La precisione sulla localizzazione
ed entità del fenomeno (apporti superiori a 300 mm su un'area estesa) è stata straordinaria ed evidenzia quanto la
previsione meteo di nowcasting (a brevissimo termine) sia fondamentale
in molti casi per lanciare allarmi alla popolazione. La previsione a
24 ore dall'evento era risultata pure molto precisa, ma dislocava i
massimi di precipitazioni verso il Tigullio, pur evidenziando il
settore dello Spezzino come quello più potenzialmente a rischio di
inondazioni.