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GLI EVENTI ALLUVIONALI  DEL 12-27 NOVEMBRE 2002 IN LOMBARDIA
Stefano Nava-SMI Sezione Lombardia - 8 dicembre 2002

Parte 2
Seconda fase: 23-27 novembre 2002. La depressione Xara.

23 novembre 2002
Si assiste ad un rapido miglioramento delle condizioni del tempo nella notte tra il 22 ed il 23 novembre per l’avanzata di un promontorio anticiclonico di chiusura da sud sulla Lombardia. La pressione al suolo ed in quota è in rapido aumento. La depressione Tamara si è ormai trasformata in una nuova depressione che l’Istituto di Meteorologia dell’università di Berlino denominerà “Xara”. Il minimo principale al suolo alle 00 GMT si trova ad ovest dell’Irlanda ed è inferiore a 975 hPa. In quota è inferiore a 5200 gpm.
Le ultime deboli precipitazioni risultano sparse su tutta la regione. La maggior parte dei fiumi della Lombardia raggiunge i livelli di guardia ed i laghi sono sotto osservazione. La situazione è critica anche sull’arco alpino e prealpino lombardo dove gli accumuli di neve (tra 2 e 3 metri) insieme al forte vento spirato nei giorni precedenti determinano al di sopra dei 2000 metri un elevato pericolo valanghe. 

24 novembre 2002
Le correnti in quota iniziano a disporsi da SW ed ad intensificarsi investendo in particolar modo la Lombardia occidentale a causa della formazione in quota di un’ampia saccatura che abbraccia ancora una volta gran parte dell’Europa occidentale. Il minimo sia in quota che al suolo della depressione Xara è in via di colmamento (980 hPa alle 00 GMT). Il cielo si copre rapidamente già al mattino ed iniziano le prime deboli precipitazioni che con il passare del tempo aumentano d’intensità. A Barzio (LC) nelle 24 ore cadono 64 mm di pioggia. Si prepara intanto una nuova avvezione calda dal Nord Africa: aria calda ed umida mediterranea sta risalendo verso nord, mentre aria fredda e secca scende dall’Atlantico puntando verso il Mediterraneo. Su Alpi e prealpi riprende a nevicare al di sopra dei 2000 metri in modo copioso (gli accumuli anche in questo caso saranno metrici).

25 novembre 2002
La saccatura si sposta lentamente verso est anche a causa del blocco esercitato dall’anticiclone sia al suolo che in quota che si trova sull’Europa orientale. A 500 hPa sulla Lombardia vi è l’isoterma di –25°C valore più consono alla stagione estiva che autunnale. L’avvezione calda ha ormai raggiunto il nord Italia e si crea il contrasto termico con l’aria fredda e secca che scende dal nord Atlantico che darà luogo alle diffuse manifestazioni temporalesche sulla pianura centro-orientale che risulteranno localmente intense ed accompagnate da caduta di grandine di piccole dimensioni in alcuni casi.
Il radiosondaggio delle ore 12 GMT effettuato a Mialno Linate il giorno 25 mostra che i principali indici termodinamici propendono per i temporali. L’indice di Whiting (K) vale 37 (32+5 poiché il tempo è in peggioramento) e ciò indica una possibilità del 90% di avere temporali. Il Lifted Index (LI) vale 2 e ciò indica la possibilità di isolati temporali. Molto alto anche il valore della Precipitable water (Pw) 26 mm che indica un’elevata umidità presente nell’atmosfera. Infine il Totals Total Index (TT) vale 53 e ciò indica numerosi temporali forti.
I valori minimi e massimi aumentano rispetto al giorno precedente di 2-3°C. Bisogna però osservare che rispetto alla precedente avvezione calda questa è sicuramente di portata inferiore. Le precipitazioni sono forti su gran parte della regione. A Viggiù (VA) nelle 24 ore cadono 52,6 mm, a Monza (MI) 76 mm, a Barzio (LC) in Valsassina 99 mm. Sull’arco alpino e prealpino lombardo cadono copiose nevicate al di sopra dei 2000 metri.


Il radiosondaggio delle ore 12 GMT a Milano Linate del 25/11/2002. 
Fonte: Università di Wyoming

26 novembre 2002
La saccatura ora presente fin sull’entroterra algerino e con minimo sia in quota che al suolo nei pressi delle isole Baleari si sposta ancora lentamente verso est a causa dell’azione di blocco esercitata dall’anticiclone posizionato sull’Europa orientale (con massimo al suolo di 1030 hPa sulla Russia, ma valori di geopotenziale elevati e superiori a 5700 gpm tra Grecia ed Egitto). Forti correnti da SW investono la parte orientale della Lombardia. E’ ancora presente su gran parte d’Italia ed anche sulla Lombardia un’avvezione calda (isoterma di +7°C su gran parte della Lombardia). Le precipitazioni continuano e la maggior parte dei fiumi lombardi è già fuori degli argini (Lambro, Seveso ed Adda) ed i principali laghi (Maggiore e di Como) rischiano l’esondazione, fatto che avverrà nei giorni seguenti. 
Le piogge risultano particolarmente abbondanti sulle Prealpi: a Barzio (LC) cadono 138,5 mm, ma anche in pianura. A Sedriano(MI) cadono 56 mm.


27 novembre 2002
La saccatura ormai isolatasi dal flusso zonale occidentale si chiude in un minimo isolato tra Sicilia e Sardegna (minimo al suolo inferiore a 1010 hPa ed in quota inferiore a 5520 gpm). Su tutto il mediterraneo è presente ancora aria relativamente calda ed umida. Sulla Lombardia vi è ancora un’isoterma di +7°C. A 500 hPa l’isoterma di –18°C (più consona alla stagione) ricopre gran parte del territorio regionale. Le piogge diminuiscono d’intensità e sono più deboli ma ancora diffuse.
Analisi pluviometrica
Per comprendere la grandezza dell’evento alluvionale del novembre 2002 sia nel tempo che nello spazio è importante conoscere i valori delle precipitazioni su tutto il territorio regionale e l’intensità delle stesse.
Nel presente lavoro, oltre ai dati ufficiali dell’ERSAF (Ente Regionale Servizi Agricoltura e Foreste), del Centro Nivometeorologico (CNM) della Regione Lombardia di Bormio (SO) sono stati utilizzati anche dati provenienti da meteofili in parte appartenenti alla rete della Società Meteorologica Italiana (SMI)-Sezione Lombardia ed in parte alla rete del CML (Centro Meteo Lombardo). E’ importante sottolineare che tutti i dati sono stati accuratamente controllati dallo scrivente al fine di garantire il più possibile un quadro d’insieme veridico ed affidabile.
I metodi di rilevamento delle precipitazioni risultano per i vari enti differenti tra loro. Infatti per i dati provenienti dalla rete ERSAF la pioggia viene misurata alle ore 8 locali di ogni giorno, mentre per il CNM alle ore 7, per la rete SMI si calcolano le precipitazioni delle 24 ore alle 00 di ogni giorno (con alcune eccezioni), stessa modalità anche per la rete del CML. Nonostante le diverse modalità di rilevamento i dati risultano comunque confrontabili tra loro e danno una buona idea della distribuzione delle precipitazioni nel primo e secondo episodio perturbato di novembre 2002.

Primo episodio perturbato (12-22 novembre 2002): distribuzione delle precipitazioni
Come si osserva dalla tabella 1 le maggiori precipitazioni in questo primo episodio perturbato sono cadute tra Lecchese, Varesotto, Bergamasco e Valtellina. Qui infatti si sono avuti i maggiori quantitativi di pioggia cumulata nel periodo dal 14 al 20 novembre 2002. A Cornalina (BG) cadono 313,4 mm, a Barzio (LC) 377,5 mm mentre a Ispra (VA) 296,4 mm


Le precipitazioni cadute in Lombardia dal 14 al 20 novembre 2002 e dal 21 al 27 novembre 2002. Dati rilevati da ERSAF (E) (Ente Regionale Servizi Agricoltura e Foreste), SMI e CML (Centro Meteo Lombardo – stazioni amatoriali) 

Secondo episodio perturbato (23-27 novembre 2002)
Nel secondo episodio perturbato si osserva che le precipitazioni sono cadute con maggiore insistenza sempre sulle stesse zone del precedente episodio con l’aggiunta del Milanese e del Comasco. 

Limite della neve
Dal grafico sottostante si può osservare che durante tutto l’episodio in studio lo zero termico si è sempre trovato tra i 2000 ed i 3000 metri di quota con l’eccezione dei giorni 20 e 23 quando è sceso al di sotto dei 2000 metri. Per questa ragione le nevicate si sono mantenute sempre al di sopra dei 2000 metri contribuendo all’accumulo di quantità notevoli di neve che a fine episodio risultava così distribuita (fonte CNM): “a quota 2800 metri gli apporti di neve raggiungono i 250-300 cm di accumulo con punte di 4 metri” (dal bollettino dell’innevamento).


Andamento dello zero termico e del limite neve
Fonte: Univ. Wyoming

Conclusioni
L'evento in questione risulta come il novembre più piovoso per Milano da
quando sono stati iniziati i rilievi meteorologici nel 1858. Battuto anche
il precedente record del 1926 di 314,9 mm. Questa osservazione è confermata
dall'analisi anche di altre serie storiche lombarde (Monza ad esempio).
Dalla figura è possibile osservare oltre all'andamento pluviometrico dei
vari anni nel mese di novembre dal 1858 al 1990 anche la linea di tendenza
polinomiale di ordine 6 in cui si nota una netta diminuzione delle
precipitazioni a partire dal 1966.Se si prende in considerazione anche il
numero dei giorni piovosi si troverà un'analoga linea di tendenza. I giorni
piovosi stanno diminuendo. Queste due osservazioni ricavate su una lunga
serie storica ci permettono di concludere che le piogge stanno diminuendo ma
si stanno concentrando in pochi giorni, a volte poche ore, per cui gli
effetti anziché essere diluiti nel tempo vengono concentrati e le
conseguenze sul territorio risultano ancora più gravi. Questo fatto credo
dovrebbe essere tenuto conto nella pianificazione del territorio e nella
prevenzione di frane o dissesti idrogeologici non solo in Lombardia, ma
anche in altre parti d'Italia.


Andamento delle precipitazioni dal 1858 al 1990 a Milano Brera.
Fonte: L. Buffoni e F.Chlistovsky "Precipitazioni giornaliere
rilevate all'Osservatorio Astronomico di Brera in Milano dal 1835 al 1990"-
Edi-Ermes-1992



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