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RIVISTA DI METEOROLOGIA, CLIMA E GHIACCIAI
  

ATLANTE
DELLE NUBI

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TROMBA D'ARIA NEL MEDIO AMASENO (LT) IL 6 AGOSTO 2002
Pino Zanda, socio SMI Priverno (LT)

8 Ago 2002 - Il 6 Agosto 2002, attorno alle 19.30, inizia la copertura del cielo nel Lazio centro – occidentale. Qualche temporale si è già verificato al nord est della regione: segnalate grandinate nel reatino e a nord dei Castelli Romani con forte attività elettrica. I primi tuoni in provincia di Latina, si odono invece alle 20.00 allorché un primo temporale con scarsa pioggia, ma con vento a raffiche superiori a 50 km/h, si abbatte al centro - sud della regione investendo particolarmente il terracinese e i rilievi immediatamente prospicienti la costa. Frattanto le nubi che prima avevano invaso la pianura pontina da NW, hanno liberato la prima andando ad addossarsi al pre-appenninno, mentre un forte vento sudoccidentale comincia a soffiare incanalandosi con forza nella val d’Amaseno. 

Alle 20.10 una nube scurissima, proveniente da sud, alla cui base si notano chiaramente forti turbolenze, inizia il suo cammino verso nord preceduta da raffiche di Libeccio e rovesci di pioggia mista a grandine. 

All’imbocco della val d’Amaseno, presso la stazione ferroviaria di Fossanova, si abbatte una rapida, ma intensa grandinata e un fulmine colpisce un tiglio di grosse dimensioni. E’ in quel momento, stando alle segnalazioni di alcuni viaggiatori provenienti da Roma, (appena smontati dal diretto Roma – Napoli), che si vede una esile e sinuosa proboscide grigia discendere dalla base della nube e toccare terra appena a nord della stazione, immediatamente nascosta da un subitaneo rovescio di pioggia che segue la grandinata di poco prima. Il cono, (seguente a quanto pare il corso del fiume Amaseno) - secondo varie altre segnalazioni - s’intravede procedere a tratti su tutta la bassa e media vallata da sud verso nord, accompagnato da poca grandine, pioggia e violente raffiche di vento, ma soprattutto da fulmini e tuoni a ripetizione, fino all’abitato di Priverno, dove pare compiere una improvvisa quanto vistosa duplice deviazione, dapprima verso ovest, (lambendo lo stesso centro urbano privernate), poi ancora verso NNE, fino alla sua estinzione alla base dei monti Lepini, lasciandosi alle spalle un violento temporale con quantitativi di pioggia superiori ai 25 mm in meno di 20 minuti.

 Il passaggio del vortice, che ha provocato fortunatamente danni solo ad alcune colture nelle campagne immediatamente adiacenti al fiume Amaseno, è parzialmente verificabile - a parte le suddette segnalazioni - dalle brusche e continue variazioni nella direzione del vento e dalle massime raffiche registrate a Priverno dagli anemometri SMI =(Priverno W, max raffica: 83.2 km/h da SW) e IPA = (Priverno N, max raffica 96.8 km/h da WSW). Le precipitazioni abbondanti al sud e al NNW della vallata, dove si ergono le vette più elevate, superiori in qualche caso ai 1500 m, risultano scarse o quasi nulle (Priverno W 1.2 mm; Priverno N 5.4 mm), al fondovalle, proprio sul tracciato (lungo una decina di km) percorso dalla piccola tromba d’aria in 18 minuti. 

La valle del fiume Amaseno, ubicata nel Lazio centro – meridionale, è incisa tra i due maggiori gruppi montuosi dell’Antiappennino laziale, (massima altitudine 1560 mt del monte Semprevisa), posti a metà strada tra l’appennino vero e proprio e la costa tirrenica. Essa costituisce un vero e proprio corridoio naturale tra la zona esterna e costiera e quella continentale ed è caratterizzata morfologicamente da terreni alluvionali molto fertili, mentre i rilievi che la cingono, costituiti da imponenti masse calcaree, presentano notevoli fenomeni carsici: (abissi, grotte, doline). Il clima è transitorio tra quello tirrenico e il continentale appenninico, con piovosità abbondante (oltre 2000 mm annui sulle cime montuose), in tutte le stagioni tranne quella estiva.
Alcuni anni fa: la tromba d’aria del 16 settembre 1995
Il 16 Settembre 1995 alle ore 9.00 il cielo su Priverno si presenta ancora sereno e il vento soffia debolmente da NNE per la brezza discendente dall’alta valle e dalle vallate settentrionali che incidono i monti dell’Antiappennino; la temperatura è di 21°C, piuttosto elevata per l’ora e la stagione, la minima del resto non era scesa al di sotto dei 18°C. Dal fondovalle salgono a tratti banchi di nebbia, mentre i rilievi sono offuscati da una forte foschia. In aumento anche l’UR, alle 10.30 l’igrografo registra l’89%, ma a parte bande di Cs e Cu in moto da ovest verso est, il cielo si mantiene piuttosto sgombro da nubi fino alle 12.00 quando distese di Ac seguite immediatamente da Ns in intensificazione coprono progressivamente il cielo. 
Il primo piccolo scroscio (3mm) avviene verso le 12.15 con brezza tesa da NNW, poi, preceduto da un unico tuono, un altro scroscio senza seguito scarica in qualche minuto 13 mm. Il vento si dispone da SW rinforzando con poche gocce di pioggia fino alle 14.00 ora in cui, repentinamente, accompagnata da scariche elettriche e violenti tuoni a ripetizione, inizia con fragore di frana la tromba d’aria proveniente dalla bassa balle, formatasi allo sbocco della val d’Amaseno sulla pianura Pontina verso sud-sud ovest. L’enorme cono bianco carico di grandine (sono stati raccolti e misurati alcuni chicchi con diametro di 4-5 cm), attraversa da est ad ovest una fascia larga 2,5 km e lunga circa 7, comprendente i colli Seiani, ad ovest di Priverno, e tutto il versante occidentale della città; imperversa per circa 23 minuti scaricando 85 mm di pioggia e grandine che ricopre con uno strato di 40 cm una vasta porzione di territorio ad ovest del centro cittadino e devasta vigneti, uliveti, frutteti, distrugge automobili e provoca due intense colate fangose dal versante settentrionale dei colli Seiani sulla vallata Madonna delle Grazie, (immediata periferia ovest del centro città). 

Il vento violentissimo da WSW (l’anemometro a causa delle forti turbolenze sul terrazzo dell’edificio, riesce a rilevare solo la raffica di 175 km/h, superata certamente da raffiche ben più violente), asporta completamente o parzialmente parti di tetti, interi capannoni, distrugge serre, e rade completamente al suolo ettari ed ettari di uliveti e vigneti: si ha notizia di appezzamenti con 400 piante restati con soli 20 esemplari!


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