STOCCOLMA:
PRESENTATA LA SINTESI
DEL NUOVO RAPPORTO IPCC SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI
27.09.2013, SMI / Redazione Nimbus
Questa mattina, 27 settembre 2013, al termine di una settimana di
intenso lavoro per la condivisione dei testi e le revisioni finali, è
stato presentato a Stoccolma il Summary for Policymakers (sintesi per i
decisori politici) del V rapporto
IPCC (Intergovernmental
Panel on Climate Change) sui cambiamenti climatici.
Si tratta come di consueto del primo di tre volumi (Working Group
1, WG1), dedicato alla valutazione dei fondamenti fisici dei
cambiamenti climatici: quantificazione delle tendenze in atto, delle
responsabilità umane e degli scenari futuri, sulla base dell'enorme
letteratura scientifica internazionale maturata su questi temi negli
ultimi anni, dall'uscita, nel 2007, del precedente rapporto.
Una prima bozza del
Summary for Policymakers, approvato dai rappresentanti dei 195 paesi
membri della Convenzione
Quadro sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) e presentato oggi alla
stampa, è disponibile
qui, e lunedì 30 settembre verrà pubblicata una versione
completa della sintesi e dell'intero rapporto sempre su
www.climatechange2013.org, mentre il testo definitivo sarà
disponibile da gennaio 2014.
Analogamente, nel corso dell'anno prossimo verranno pubblicati gli altri
due contributi (WG2, dedicato a impatti e vulnerabilità, e
WG3, dedicato alle strategie di mitigazione dei
cambiamenti climatici).
La copertina del I volume del nuovo
rapporto IPCC.
Alla stesura hanno contribuito 209 autori
principali e 50 revisori da 39 paesi del mondo, oltre 600 contributori
da 32 paesi; oltre 50.000 i commenti totali in fase di revisione, 9200
le pubblicazioni scientifiche citate.
Il nuovo rapporto IPCC costituisce dunque quanto di più completo,
aggiornato e affidabile possa esprimere oggi la comunità scientifica
internazionale su questi temi cruciali per il futuro dell'umanità.
Ecco,
in breve, alcuni risultati emersi:
- Il riscaldamento atmosferico è inequivocabile, esteso a tutto
il pianeta e globalmente quantificabile in 0,85 °C dal 1880 al 2012,
inoltre il trentennio 1983-2012 è stato probabilmente il più caldo da
almeno 1400 anni nell'emisfero settentrionale.
- Anche gli oceani si sono riscaldati, assorbendo oltre il 90%
dell'energia supplementare accumulata nel sistema climatico dal 1971 al
2010, con un incremento termico di 0,11 °C per decennio in tale
periodo nei primi 75 m dalla superficie.
Inoltre è probabile che nell'ultimo mezzo secolo un riscaldamento sia
avvenuto anche tra 700 e 2000 m di profondità.
- La deglaciazione prosegue in tutto il mondo, con perdite di
massa glaciale molto probabilmente quantificabili in circa 275
miliardi di tonnellate di acqua equivalente all'anno (oltre 7 volte
il volume del Lago Maggiore) nel periodo 1993-2009.
La fusione si è intensificata in Groenlandia e Antartide occidentale, da
cui proviene il principale contributo all'aumento dei livelli marini.
- I livelli oceanici sono infatti cresciuti, con il concorso
anche della dilatazione termica dell'acqua via via più calda, di circa
19 cm dal 1901 al 2010, con tasso medio di incremento di 3,2
mm/anno tra il 1993 e il 2010.
- La concentrazione di gas serra (principalmente biossido di
carbonio, metano e protossido di azoto) è ai massimi livelli da
almeno 800.000 anni, ricostruiti grazie all'analisi delle carote di
ghiaccio polari.
Dalla rivoluzione industriale (fine XVIII secolo) l'utilizzo di
combustibili fossili, la produzione di cemento, la deforestazione e i
cambiamenti d'uso dei suoli hanno rilasciato in atmosfera circa 545
miliardi di tonnellate di carbonio.
- Gli oceani hanno assorbito circa il 30% del biossido di
carbonio in eccesso (concentrazione atmosferica +40% dall'era
preindustriale, ora 400 ppm), acidificandosi (pH superficiale
diminuito di 0,1 unità, pari a un aumento del 26% della
concentrazione di ioni idrogeno).
- E'
"estremamente probabile" che l'attività umana sia la causa dominante
del riscaldamento osservato da metà XX secolo (forzante radiativo
antropogenico = circa +2,29 W/m2 nel 2011 rispetto al
1750, al netto dell'effetto raffreddante dell'aerosol atmosferico).
Trascurabile invece il contributo dell'attività solare (solo +0,05
W/m2, contro i +2,29 W/m2 dell'attività
antropica).
Dal nuovo rapporto IPCC, distribuzione
mondiale delle variazioni di temperatura media nel periodo 1901-2012:
aumenti termici sono stati registrati in tutto il pianeta, talora
superiori a 2 °C (centro dell'Eurasia, parte di Canada, Sud America e
Africa nord-occidentale).
Solo una piccola porzione del Nord Atlantico ha mostrato un lieve
raffreddamento.
Quanto agli scenari attesi per il futuro:
-
Riscaldamento previsto nel periodo 2081-2100 rispetto al 1986-2005:
tra 0.3 °C e 4.8 °C (0.3-1.7 °C nello scenario più favorevole, a
basse emissioni serra, e 2.6-4.8 °C in quello peggiore, a elevate
emissioni serra).
- Ondate di caldo più frequenti e prolungate, ondate di freddo
più rare.
- Cambiamenti irregolari nel ciclo dell'acqua: nello scenario ad
elevate emissioni serra, probabile aumento delle precipitazioni
medie alle elevate latitudini di entrambi gli emisferi e sul Pacifico
equatoriale; probabile diminuzione nelle regioni temperate e
subtropicali già ora secche (es. Mediterraneo).
- Probabile ampliamento dell'area interessata dai monsoni, la cui
stagione potrebbe allungarsi (più vapore acqueo nell'atmosfera più
calda).
- Precipitazioni estreme più frequenti e intense alle medie
latitudini e regioni equatoriali.
- Ulteriore riscaldamento degli oceani dalla superficie verso la
profondità (0.6-2.0 °C entro i primi 100 m a fine XXI secolo),
con alterazione dei regimi di circolazione.
- Scomparsa estiva della banchisa artica probabile dopo metà secolo,
ma scenari ancora incerti.
- Riduzione volume ghiacciai globali: da 15-55% (scenario
migliore) a 35-85% (scenario peggiore) entro il 2100.
- Area coperta da neve in primavera nell'emisfero Nord in
riduzione del 7% nello scenario migliore), del 25% nello
scenario peggiore entro il 2100.
- Aumento dei livelli marini probabilmente tra 26 e 82 cm
entro il 2100 rispetto al 1986-2005, oltre ai 19 cm già osservati, ma
fenomeno duraturo nei secoli (incrementi superiori, dovuti a un
possibile collasso delle calotte antartiche terminanti in mare, non sono
attualmente prevedibili con ragionevole affidabilità).
Variazioni termiche medie globali
osservate dal 1950 e scenari di aumento termico per il XXI secolo: le
linee blu e rossa indicano gli scenari migliore (RCP 2,6, basse
emissioni serra) e peggiore (RCP 8,5, elevate emissioni serra), con i
rispettivi intervalli di incertezza.
Nel nuovo rapporto sono stati utilizzati quattro scenari basati su
differenti livelli di emissioni di gas serra, contraddistinti dal
relativo valore del forzante radiativo: ad esempio RCP 8,5 (Representative
Concentration Pathway) indica l'evoluzione peggiore tra quelle
considerate, che comporterebbe un forzante radiativo sul bilancio
energetico terrestre pari a +8,5 W/m2 nel 2100 rispetto
all'era preindustriale (oggi siamo a circa +2,3 W/m2).
Variazioni della temperatura e delle
precipitazioni nel 2081-2100 rispetto al 1986-2005 secondo gli scenari
migliore (RCP 2,6) e peggiore (RCP 8,5).
Se le emissioni serra continueranno a crescere in maniera incontrollata,
il riscaldamento potrebbe giungere perfino a 10 °C verso fine secolo in
alcune zone artiche.
Stime di incremento dei livelli marini
globali nel corso del XXI secolo,
comprese tra i 26-55 cm dello scenario a basse emissioni RCP 2,5
e i 45-82 cm di quello a elevate emissioni RCP 8,6.
Leggi l'articolo
di Luca Mercalli apparso su "La Stampa" di mercoledì 26 settembre
2013.
Altre info su:
Sito ufficiale dell'IPCC
United Nations Framework Convention on Climate Change
Centro
Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC)
Video dell'International Center for Climate Governance, con Luca
Mercalli (SMI), Carlo Barbante (Università Ca' Foscari, Venezia), Paolo
Ruti (ENEA) e Carlo Carraro (ICCG).
Climalteranti (sito di discussione scientifica sui cambiamenti
climatici). |