Inverno 2012-13
AL NORD-OVEST ITALIANO: relativamente freddo, nevoso solo dalle Alpi
Marittime all’Appennino Tosco-Emiliano
11.03.2012
SMI -
Redazione Nimbus
L’inverno 2012-13 ha conosciuto
il passaggio attraverso l’Europa centro-orientale di frequenti
saccature alimentate da aria fredda scandinava, situazioni che hanno
in parte interessato anche l’Italia traducendosi in una stagione
relativamente fredda, quanto meno in rapporto agli inverni recenti
divenuti nel complesso più miti rispetto a gran parte del XX secolo.
La carta di reanalisi
NOAA-NCEP relativa alle anomalie di geopotenziale alla superficie
isobarica di 500 hPa (circa 5500 m di quota) mostra con colori blu/viola
le vaste zone in cui la pressione atmosferica in quota è stata inferiore
al normale (media 1981-2010), dunque con ricorrenti configurazioni
depressionarie fredde.
Ciò è avvenuto soprattutto dal Mar Baltico, ai Balcani (nevicate
eccezionali in Slovenia, Croazia, Serbia, Romania), al Mediterraneo
centrale, e l’Italia si è trovata frequentemente sotto regimi di
venti tra Ovest e Nord.
A Torino il
trimestre dicembre 2012 – febbraio 2013 si è chiuso con una
temperatura media di 4.0 °C, sostanzialmente attorno alla norma:
deviazione di +0.2 °C se si considera il trentennio 1961-90, -0.5 °C se
si considera il 1981-2010, dunque lievemente freddo solo in rapporto ai
recenti inverni mediamente più miti.
La stagione è stata in media di 0.8 °C più fredda rispetto al precedente
inverno 2011-12, ma – a differenza di questo – non ha conosciuto
punte estreme di gelo: mentre nella prima metà del febbraio 2012,
sebbene per pochi giorni, le minime erano scese anche sotto i -20 °C nei
dintorni di Torino, in quest’ultimo inverno poche località extraurbane
hanno toccato i -10 °C, in genere solo negli altipiani e nelle convalli
tra il Torinese e l’Astigiano, con la complicità di notti serene e suolo
innevato alla metà di febbraio (-13,6 °C a Castell’Alfero, rete
ARPA Piemonte).
Per contro, due casi di tepore straordinario, più evidenti sulle
Alpi occidentali, hanno caratterizzato gennaio 2013: il primo tra i
giorni 4 e 6, quando in chiusura del periodo natalizio aria molto mite
subtropicale si è ulteriormente surriscaldata per effetto föhn sul
versante italiano della catena alpina (ben 23,1 °C a Susa il 6), e tra
il 30 e il 31 durante un anticiclone di origine nord-africana (18 °C sia
a Oulx, in alta Val Susa, sia all'aeroporto di Caselle).
In tale contesto sono quasi del tutto mancati gli eventi di
sbarramento di aria umida da Sud e Sud-Est, quelli che di solito
recano copiose precipitazioni su Alpi e Prealpi del Nord-Ovest: dopo le
forti perturbazioni di fine novembre la pianura occidentale del Piemonte
è sempre rimasta al margine degli episodi perturbati, e non a caso il
trimestre dicembre 2012-gennaio 2013 ha registrato solo 51.6 mm di
pioggia e neve fusa a Torino-Giardini Reali, 46.2 a Torino-Nord e 45.5 a
Torino-Borgo Po, circa un terzo del normale.
Modeste e fugaci le nevicate: sempre a Torino, 5 episodi
per un totale stagionale di 22 cm, valore nella media
dell’intervallo successivo al 1990 (20 cm) ma nettamente inferiore a
quella del precedente periodo storico (50 cm nel 1787-1989).
L’apporto giornaliero più significativo è stato quello di 9 cm di lunedì
11 febbraio, neve asciutta caduta con temperature tra -2 e 0 °C, ma il
manto non si è mai conservato al suolo per più di 2-3 giorni
consecutivi.
Torino, un momento della nevicata dell'11 febbraio
2013 in Piazza Vittorio Veneto (f. V. Acordon).
Pure ai 2850 metri del
Ghiacciaio Ciardoney (Gran Paradiso) la stagione di accumulo
nevoso è stata avara, almeno per ora: le uniche nevicate consistenti
si sono avute nel novembre 2012 (massima altezza al suolo: 150 cm al
mattino del 29), dopodiché il manto si è assestato su spessori per lo
più tra 80 e 100 cm, piuttosto poco per quella altitudine e per i mesi
centrali dell'inverno. Solo tra fine febbraio e inizio marzo 2013 sono
tornate alcune nevicate moderate, con apporti comunque non superiori a
10-20 cm per episodio (es. 24-26 febbraio, 5-7 marzo).
Immagine ripresa dalla webcam del Ghiacciaio
Ciardoney intorno alle h 11 del 10.03.2013: a 2850 m di quota il manto è
spesso circa 110 cm mentre in questo periodo dovrebbe toccare almeno i
200-250 cm.
Diversa la situazione in
altre zone delle Alpi e dell’Appennino settentrionale, a partire dalle
zone montuose comprese tra le province di Savona, Imperia e Cuneo,
soggette a numerose nevicate fuori dal comune, in situazioni che
hanno visto convergere abbondante umidità marittima da Sud-Ovest con
ritornanti di aria fredda nord-orientale nei bassi strati atmosferici:
ciò è avvenuto in particolare il 23 gennaio, l'11-12 febbraio, e ancora
il 5-7 marzo, quando il manto totale al suolo ha toccato massimi
stagionali di ben 188 cm a Piaggia (1645 m, alta Val Tanaro) e 213 cm
sul Monte Settepani (1375 m, entroterra savonese).
Sulle riviere liguri la neve si è vista soprattutto l’11 febbraio
(circa 5 cm da Genova ad Albenga, ma fiocchi frammisti a pioggia anche a
Sanremo e Arma di Taggia), poi il 24 febbraio forti rovesci nevosi hanno
imbiancato il litorale spezzino con circa 5 cm.
La spessa coltre di neve sui tetti di Upega (1291 m), in alta Val
Tanaro, il 21 gennaio 2013 (f. M. Sciandra).
Uno scorcio del quartiere genovese Sturla, in
prossimità del litorale, velato da un paio di
centimetri di manto l'11 febbraio 2013 (f. L. Onorato).
A differenza di gran parte del Piemonte, l’inverno 2012-13 è stato
molto nevoso anche tra l’alta Lunigiana, l’Appennino Tosco-Emiliano e
tutta la pianura dall’Alessandrino al Bolognese.
Ecco un riepilogo delle quantità mensili e totali di neve fresca.
Più a Est, nevosità
eccezionale sul Carso triestino, raggiunto da nevicate in molteplici
configurazioni meteorologiche: situazioni di addolcimento da Sud (come
lì molto di rado accade), fronti da Nord-Ovest, irruzioni di bora da
Nord-Est: l’osservatorio di Borgo Grotta Gigante ha rilevato un totale
di neve fresca di 102 cm, massimo dall’inizio delle misure nel 1967.
Si ringraziano per le informazioni e l’invio di dati: Maurizio Ratti
(Pontremoli), Matteo Cerini (Piacenza), Paolo Fantini (Parma), Luca
Lombroso e Salvatore Quattrocchi (Modena), Roberto Renato Colucci
(Trieste).
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