Due previsioni SMI per l’eccellenza alpinistica:
Abele Blanc all’Annapurna e il Trofeo
"Mezzalama"
di C. Castellano, L. Mercalli e V. Acordon, Redazione Nimbus - 6.5.2011
Nella seconda e terza decade di
aprile 2011 la Società Meteorologica Italiana Onlus ha fornito
l’assistenza meteorologica in occasione di due importanti momenti per
l’alpinismo italiano e internazionale: tra l’11 e il 27 aprile si è
curato un bollettino specifico per assistere la guida alpina valdostana
Abele Blanc
nella sua spedizione all’Annapurna (Himalaya), e dal 26 aprile all’1
maggio è stato redatto il bollettino meteo per la diciottesima edizione
del Trofeo «Mezzalama» di scialpinismo (Monte Rosa).
Abele Blanc e l’Annapurna
Con una spedizione
coperta da riserbo fino all’ultimo per evitare pressioni mediatiche
durante la scalata, la guida alpina valdostana Abele Blanc, 56 anni,
alle ore 13:40 in Nepal (le 9 in Italia) di martedì 26 aprile 2011, ha
raggiunto gli 8091 metri dell'Annapurna I, l’ultima vetta che gli
mancava per divenire il terzo italiano e il primo valdostano ad aver
salito tutti i 14 «ottomila» della Terra in stile alpino, senza
portatori né bombole d’ossigeno.
Blanc
aveva raggiunto il suo tredicesimo ottomila, il Dhaulagiri, nel 2001.
Poi sono iniziati i sei tentativi all’Annapurna: drammatici quello del
2005 - quando una valanga travolse la spedizione uccidendo Christian
Kuntner e procurando a Blanc cinque costole rotte - e quello del 2006 -
quando dovette improvvisamente rientrare per una tragedia familiare.
Veduta del severo versante settentrionale
dell’Annapurna,
in territorio nepalese (f. W. Ogrodowczyk)
L’Associazione
Forte di Bard ha sostenuto questa nuova spedizione sotto il profilo
logistico e delle comunicazioni, fornendo quotidiani aggiornamenti
meteorologici in collaborazione con la Società Meteorologica Italiana.
Abele era partito il
22 marzo 2011, e con il trekking di avvicinamento aveva raggiunto il
campo base a 4200 m. L’obiettivo dell’assistenza meteorologica era
definire il momento migliore per raggiungere la vetta dell’Annapurna dal
versante Nord a partire dal 16 aprile.
Grazie al ponte
telefonico satellitare, i contatti giornalieri tra Abele Blanc e il
previsore SMI Claudio Castellano sono iniziati il 12 aprile.
In una prima fase, per
adattare al meglio il bollettino di previsione al contesto locale, si è
attuato un confronto stretto con le condizioni del tempo osservate in
loco da Abele. I primi giorni di previsione sono dunque serviti ad
adeguare le uscite del modello a scala globale (talora approssimative
nel definire estensione e localizzazione di parametri quali copertura
nuvolosa e precipitazioni convettive...) all’evoluzione diurna locale.
Il periodo pre-monsonico
(aprile-maggio) è in genere quello migliore per compiere le spedizioni
alpinistiche in Nepal, tuttavia il momento non è esente da condizioni di
instabilità, che si manifestano quasi quotidianamente con formazione di
cumuli, condizioni di nebbia e talora rovesci e temporali pomeridiani.
Si tratta di fenomeni che – seppure localizzati e temporanei – sono in
grado di procurare criticità durante spedizioni alpinistiche così
delicate in un ambiente d’altissima quota, difficile e insidioso.
Le date di arrivo del
monsone da Sud-Ovest: nella zona dell’Annapurna (indicata
dal triangolo
nell’immagine) è atteso mediamente intorno al 15 giugno. Il periodo
che
lo precede, tra fine aprile e maggio, è quello migliore per le
spedizioni,
o in seconda battuta il periodo seguente, in ottobre.
Altro fattore limitante per le ascensioni è
il vento, che oltre a costituire un pericolo per la sua intensità
(fastidio fisico e pericoloso effetto “wind chill” con accresciuto
rischio di congelamenti) favorisce la rapida scomparsa delle tracce
lasciate sulla neve in salita.
Il periodo che ha
preceduto la fase di avvicinamento alla vetta, fino al 17 aprile, è
stato caratterizzato da tempo spesso soleggiato al mattino, seguito da
addensamenti e rovesci nevosi, anche temporaleschi, al pomeriggio. In
tale periodo il vento alla quota di 8000 m soffiava con velocità media
compresa tra 30 e 60 km/h, in prevalenza da Nord-Ovest, e le temperature
si avvicinavano a -30 °C, determinando un effetto “wind chill”
estremamente gravoso, con temperatura percepita prossima a -50 °C.
Il 18 aprile il tempo
ha subito un peggioramento più marcato a causa di una “westerly
disturbance”, ovvero un’ondulazione della corrente a getto da Ovest, in
prossimità della catena himalayana.
Previsione del
geopotenziale e delle temperature alla superficie isobarica di 400 hPa
(circa 7500 metri) alle h 06 UTC del 18 aprile 2011: la saccatura a
Nord-Ovest della
catena himalayana è responsabile di un peggioramento
del tempo sulla
regione dell’Annapurna (indicata dal triangolo).
Le
precipitazioni previste nelle ore centrali del 18 aprile 2011 sull’area
himalayana
(il triangolo nero localizza l’Annapurna, dove erano previsti
dal modello ad
area globale GEM apporti tra 3 e 6 mm di acqua
equivalente in 6 ore).
Il maltempo del 18
aprile è stato seguito da un netto miglioramento delle condizioni
meteorologiche e da un generale rasserenamento, accompagnato però da
venti tempestosi da Sud-Ovest (con raffiche previste sulla vetta
dell’Annapurna tra 100-140 km/h) fino al giorno 21.
Il
primo avviso di condizioni potenzialmente
favorevoli per l’arrivo in vetta all’Annapurna tra il 25 e il 26 aprile
è stato trasmesso ad Abele con una settimana di anticipo, il giorno 18,
quando al campo base iniziavano a aprirsi le prime schiarite al termine
di una giornata perturbata.
In seguito la
previsione ha via via confermato la tendenza favorevole al
raggiungimento della vetta, malgrado i giorni precedenti (in particolare
dal 22 al 24) mostrassero comunque una moderata instabilità pomeridiana
che ci ha fatto sottolineare l’importanza di concentrare gli spostamenti
ai campi a 5000, 6000 e 7000 metri nelle ore precedenti le 12-14 locali.
Sulla base di tali
conferme Abele Blanc ha iniziato la fase di avvicinamento ai campi in
quota il 22 aprile. Proprio a causa dell’instabilità ancora presente in
questa fase, la salita dal campo a 6000 m a quello a 7000 m, la più
delicata e insidiosa per la presenza della seraccata da cui si staccò la
valanga nel 2005, è stata ritardata di un giorno, posticipando così
l’arrivo in vetta al giorno 26, ancora favorevole alla missione.
Il 26 aprile, giorno
di arrivo in vetta, erano previste condizioni di tempo discreto, con
schiarite al mattino e addensamenti cumuliformi nel pomeriggio, con
locali nebbie a tratti e lieve rischio di un rovescio nevoso nel
pomeriggio. Malgrado il tempo abbastanza clemente Abele doveva comunque
affrontare condizioni severe dal punto di vista termico. Le temperature
in vetta all’Annapurna oscillavano intorno ai -29 °C, con vento medio di
20 km/h. In tali condizioni il corpo umano percepisce all’incirca -43
°C.
Ripresa dal satellite Acqua, sensore MODIS, dell’area nepalese alle ore
07.30 UTC
del 26 aprile, ovvero in corrispondenza dell’arrivo sulla
vetta della Annapurna di
Abele Blanc. E’ visibile la catena himalyana
innevata, con addensamenti di cumuli
soprattutto sul settore orientale.
Intorno al massiccio dell’Annapurna (nel cerchio)
le nubi sono meno
estese ed è visibile il solco vallivo del Marsyangdi Khola,
che si
incunea da sud-est a nord-ovest a nord della vetta dell’Annapurna.
L’assistenza
meteorologica ha riguardato anche il rientro al campo base effettuato il
giorno 27, appena in tempo prima della ripresa di condizioni più
perturbate dalla sera del 28 aprile.
In precedenza la
Società Meteorologica Italiana aveva già curato l’assistenza meteo per
altre spedizioni sul K2, in Groenlandia, e sul Monte McKinley in Alaska.
XVIII
Trofeo «Mezzalama»
Il Trofeo «Mezzalama»
è una storica maratona di sci-alpinismo che si sviluppa da Cervinia a
Gressoney-La-Trinité (AO) attraverso i ghiacciai del Monte Rosa,
toccando la vetta del Castore (4221 m) e il Passo del Naso del Lyskamm
(4150 m).
La prima edizione
della gara si svolse nel 1933, ed è stata riproposta in tempi moderni a
partire dal 1997, ogni due anni, sotto la direzione tecnica della guida
alpina Adriano Favre. La Società Meteorologica Italiana ha curato
l’assistenza meteorologica di tutte le edizioni recenti, dal 1997.
L’edizione 2011 del
Trofeo era programmata per sabato 30 aprile, ma in base alle previsioni
meteorologiche si è scelto di posticiparla al 1° maggio, in condizioni
atmosferiche più favorevoli.
La partenza da Cervinia (2050 m) degli
oltre mille partecipanti alla gara all’alba
di domenica 1° maggio 2011:
mentre su gran parte delle Alpi occidentali il
cielo è già sereno, come
previsto sulla conca del Breuil e sulle creste del
Monte Rosa indugiano
ancora residui banchi nebbiosi di modesto spessore,
che tuttavia ritardano di circa mezzora la partenza in attesa delle ultime
operazioni
di bonifica dei versanti in quota dalle potenziali valanghe
dopo le
nevicate dei giorni precedenti (f. L. Mercalli).
Una prima previsione
di tendenza generale è stata elaborata a una settimana dalla gara,
evidenziando per il giorno 30 aprile una situazione di cielo variamente
nuvoloso, associato a tratti nebbiosi e con nevischio. Pur in assenza di
dettagli la previsione del 23 aprile aveva già correttamente inquadrato
la configurazione favorevole a un flusso di aria umida da Sud contro il
versante meridionale del Monte Rosa.
I bollettini meteo
trasmessi quotidianamente a partire dal 26 aprile indicavano per il
periodo precedente la gara una moderata instabilità pomeridiana sul
settore del Rosa, in accentuazione dal pomeriggio-sera del 27, con
rovesci a carattere nevoso sopra i 2000-2200 m. Con l’accentuazione
delle correnti sud-orientali da giovedì 28 avrebbero persistito per 72
ore condizioni nuvolose e nebbiose con precipitazioni più importanti sul
settore di Gressoney. Oltre i 2500 m tra il pomeriggio di mercoledì e
venerdì vengono previsti fino a 40 cm di neve alla testata della valle
del Lys, ma accompagnati da venti di modesta entità.
Il comunicato stampa
dell’organizzazione il giorno 30 sottolinea le condizioni osservate nei
giorni 28 e 29, in linea con quanto previsto:
“In questi ultimi
due giorni sono caduti in quota oltre quaranta centimetri di neve fresca
che hanno costretto le squadre dei tracciatori a segnalare ancora una
volta i chilometri “in quota” del Trofeo Mezzalama. Le condizioni del
manto nevoso sono sicure, il vento in queste ore non ha soffiato in modo
significativo, e quindi non ci sono accumuli nevosi che interessano la
traccia di gara”.
Bollettino emesso per
il Trofeo Mezzalama il 26 aprile 2011.
Il briefing meteo con
Adriano Favre al mattino di giovedì 28 aprile confermava per la giornata
di sabato 30 condizioni in gran parte nuvolose e nebbiose, con neve a
tratti oltre i 1800-2000 m e possibili parziali aperture nella seconda
parte della giornata, soprattutto in quota e sulla zona di Cervinia;
tale situazione avrebbe compromesso quindi soprattutto la logistica dei
voli in elicottero.
Sulla base di tali
indicazioni l’organizzazione del Trofeo Mezzalama ha così stabilito di
fare correre la gara nel giorno di recupero, ovvero domenica 1° maggio,
in condizioni meteo nettamente migliori.
La situazione
osservata sabato 30 aprile avvalorava tale scelta:
“La decisione di
far disputare la gara nel giorno di recupero ci ha dato ragione
– ha detto il direttore tecnico Adriano
Favre – oggi in quota le
condizioni sono difficili con poca visibilità e gli elicotteri non
riescono a decollare. Tutte le persone che sono impegnate nella messa in
sicurezza del percorso sono salite in modo autonomo, con gli sci e le
pelli di foca. Abbiamo delle squadre che stanno attrezzando il Castore.
Entro domattina il percorso sarà pronto”.
Il 30 aprile viene
emesso l’ultimo bollettino meteo valido per il Trofeo, che conferma il
netto miglioramento del tempo per il 1° maggio, salvo residui strati di
nubi con nebbia su pendio fino all’alba a causa della residua umidità.
Umidità specifica e
vettori dei venti a 700 hPa (circa 3000 metri) previsti per le ore
21 UTC (23 locali) del 30 aprile 2011: è ancora evidente un’area di elevata
umidità
sul settore alpino valdostano, sospinta da moderati venti
orientali che soffiano
al di sopra della Pianura Padana. Il cielo a
Cervinia e Gressoney infatti appare ancora densamente coperto e
localmente sono presenti rovesci.
Umidità specifica e vettori dei venti a 700
hPa (circa 3000 metri) previsti per le
ore 03 UTC (05 locali) dell’1
maggio: la rotazione dei venti da Nord genera
un netto calo
dell’umidità, responsabile a sua volta di un generale miglioramento
della visibilità nel volgere di poche ore, a parte residui strati di
nebbia fino all’alba.
In effetti
stratocumuli irregolari destano ancora qualche preoccupazione fino alle
6 del mattino del 1° maggio, soprattutto per la conseguente
impossibilità di intervenire con gli elicotteri per la messa in
sicurezza dei versanti del Castore coperti da neve recente ancora
instabile. Ciò dimostra come la previsione di un apparentemente banale
strato di nebbia residuo (in un contesto di tempo in miglioramento e con
ampie schiarite previste), anche poco esteso (ordine di grandezza
dell’estensione inferiore al chilometro quadrato), possa in talune
condizioni rivelarsi un ostacolo o disturbo, in grado di limitare alcune
attività o interventi.
A parte un sottile
strato di nebbia più persistente nell’area del Plateau Rosa e del Colle
del Breithorn, attivato da condizioni dinamiche locali per vento
incanalato dal versante svizzero, il tempo migliora nettamente ovunque
e la mattinata trascorrerà generalmente soleggiata su tutto il massiccio
del Monte Rosa.
Immagine satellitare NOAA al visibile sulle
Alpi alle ore 06.47 UTC dell’1 maggio 2011. L’arco alpino e il Nord
Italia appaiono quasi del tutto senza nubi. A quell’ora anche sul
massiccio del Monte Rosa il cielo si era quasi del tutto rasserenato.
Al Colle del Breithorn (3826 m), dove si
trova il primo “cancello” di selezione dei gareggianti,
si aprono ampie
schiarite, tuttavia moderate correnti da Nord in quota addensano banchi
di nebbia che localmente insistono fino alle prime ore del mattino
proprio nella zona in
cui - tra concorrenti e pubblico - convergono
migliaia di persone, soggette dunque a
condizioni di forte gelo (circa
-12 °C), scarsa visibilità e rapida formazione di galaverna
sugli
oggetti (f. L. Mercalli). Quella per il Trofeo Mezzalama è una
previsione meteorologica particolarmente difficile, in un ambiente
montuoso d’alta quota, in cui fenomeni locali e modesti che in altre
situazioni passerebbero pressoché inosservati (come uno strato di nebbia
spesso poche decine di metri) possono invece divenire determinanti per
lo svolgimento della gara e per i voli in elicottero indispensabili alla
logistica, alla sicurezza e all’assistenza degli atleti.
La prima squadra di atleti in arrivo al
Colle del Breithorn, tra la nebbia,
prima di procedere verso la cima
soleggiata del Castore (f. L. Mercalli).
Le temperature
registrate alle varie altitudini durante la gara, oltre ad essere in
linea con la previsione, non mostravano anomalie rispetto alle
condizioni mediamente attese per il periodo dell’anno, dunque non si
è ritenuto opportuno comunicare avvisi particolari in merito
all’abbigliamento da adottare in alta quota.
La velocità massima
del vento prevista in quota era di 30 km/h; la raffica rilevata a
Plateau Rosa è stata di 32 km/h e di 42 km/h alla Capanna Margherita, a
una altitudine però superiore al punto più elevato raggiunto dal Trofeo
(vetta del Castore, 4221 m).
Si sottolinea che con
temperature comprese tra -10 e -15 °C e vento a 30 km/h la temperatura
percepita dal corpo umano (wind chill) è di -20 ÷ -25 °C, e ciò ha
probabilmente indotto alcuni atleti a ritenere che la previsione delle
temperature non fosse corretta. In realtà tale situazione atmosferica –
già sperimentata molte altre volte in occasione del “Mezzalama” - è da
ritenersi del tutto normale per la stagione e il tipo di ambiente, e non
costituisce dunque un elemento di particolare severità rispetto alle
ordinarie condizioni tipiche di inizio maggio per le cime del Monte
Rosa.
Il versante sud-occidentale
del Castore (4221 m) visto dall’elicottero attorno alle ore 08.
La vetta
(a sinistra) costituisce il punto più elevato raggiunto dal percorso di
gara.
Sul Monte Rosa il cielo è ora completamente sereno, e solo sui
versanti elvetici,
sullo sfondo, si attardano residui banchi di nubi (f.
L. Mercalli).
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