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ATTUALITA'
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CORSO DI
METEOROLOGIA E PREVISIONE DEL TEMPO SU SCALA REGIONALE A TRENTO
Dal
25 al 28 marzo 2002 a Trento formazione qualificata e intensiva per
i previsori dei Servizi Meteorologici Regionali e per quanti operano
nel settore a livello professionale e amatoriale
Claudio Castellano, SMI redaz. Nimbus
TORINO, 2 Apr 2002 -
Il corso di approfondimento delle tecniche di previsione nowcasting
e breve termine, organizzato da Meteotrentino
e dall’Università
degli Studi di Trento, Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche,
Naturali con il contributo della SIAP
Bologna, ha coinvolto 40 persone tra professionisti e amatori.
Obiettivo degli organizzatori, perfettamente centrato, era fornire
strumenti operativi utili nel lavoro pratico del previsore
ispirandosi alle 5 regole fondamentali che Anders Persson consegnava
a chi frequentava il corso sull’utilizzo dei modelli all’ECMWF
di Reading:
- Unavoidable
consequence of imperfect skill with a realistic model (pur
con un modello realistico le imperfezioni interpretative sono
inevitabili)
- Avoid
over-terpreting details when the forecasts are consistent
(evitare di sopravvalutare i
dettagli quando le previsioni sono congrue)
- When
inconsistent – go for the latest, or a synthesis of the two
– but do not over-interpret and never abstain from issuing a
forecast (quando le previsioni non sono coerenti guardare
l’ultima o fare una sintesi tra le due, ma non sopravvalutare
mai e non astenersi mai dall’emettere una previsione)
- Treat
the inconsistency as a source of extra information, “what
might happen” (Utilizzare l’incoerenza come una fonte di
informazione supplementare, “che cosa potrebbe accadere”)
- Do
not be over-confident when the forecast are consistent, do not
be under-confident when they are inconsistent (Non essere
mai troppo fiduciosi quando le previsioni sono congrue e non
farsi prendere dalla sfiducia quando non lo sono) .
La ricca sezione formativa si è
sviluppata con gli interventi di Giuseppe Frustaci (CMR
Milano Linate), Jochen Kerkmann (Eumetsat),
Jurg Joss (Meteosvizzera),
Thierry Robert-Luciani (Centro
Valanghe di Arabba) e Stefano Tibaldi (Arpa-SMR
Emilia Romagna).
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Giuseppe
Frustaci,
Centro
Meteo Regionale dell'Aeronautica Militare di Milano Linate
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Giuseppe
Frustaci ha
illustrato strumenti e modalità della previsione (modelli numerici
a scala globale, ad area limitata, previsioni a breve e medio
termine, previsioni stagionali, nowcasting), descrivendo l’attuale
risoluzione dei modelli utilizzati dall’Ufficio Generale per la
Meteorologia dell’Aeronautica Militare.
Un approfondimento e’ stato riservato alle previsioni
probabilistiche Ensemble Prediction System (EPS), che possono essere
di supporto alla previsione classica deterministica nel medio
termine. EPS viene generato facendo girare 50 volte un modello con
altrettante analisi diverse, ottenute modificando leggermente
l’analisi operativa (oltre al run dell’analisi non modificata).
A ogni scenario ottenuto viene associata una probabilita’.
Dalla
definizione delle tipologie di previsione scaturiscono compiti e
requisiti del previsore che opera a livello nazionale o regionale.
Nel lavoro previsionale occorre comunque disporre di informazioni
sia a livello regionale, sia a una scala superiore, fino a un’area
continentale o subcontinentale. Secondo Frustaci la maggiore
esperienza é richiesta nel nowcasting, dove occorre una buona
conoscenza di telerilevamento e un’attività operativa di almeno 3
anni. A tal fine l’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha
stabilito le caratteristiche di qualificazione in campo
meteorologico distinguendo due classi, di cui la prima riservata a
fisici dell’atmosfera, destinati a ruoli di ricerca e direttivi,
la seconda ai previsori per l’impiego nella previsione
operativa.
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Jochen
Kerkmann, Eumetsat
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L’intervento
di Kerkmann é stato centrato sull’analisi di modelli
concettuali con il supporto delle immagini satellitari
all’infrarosso, al visibile e al vapor d’acqua fornendo utili
chiavi interpretative per distinguere fronti, cumulogenesi,
ciclogenesi esplosiva, intensificazione dei fronti per azione del
getto, goccia fredda, sistemi convettivi multi-cella (MCSs),
prefrontali e frontali, stau e fenomeni sottovento, nubi d’onda e
fenomeni orografici, nebbia e nubi stratiformi.
La
chiave interpretativa di tali sistemi varia e può consentire senza
il supporto della carta barica o delle analisi ai livelli di
geopotenziale di distinguere la posizione del getto e determinare il
fronte. Anche le immagini polari NOAA, attraverso la combinazione di
più canali, sono un importante aiuto per riconoscere i tipi di
nubi. Entusiasmante la parte dedicata all’analisi da satellite
delle ciclogenesi esplosive, nelle sue varie fasi che vedono da una
banda nuvolosa di forma lenticolare lo sviluppo di un potente
ciclone in grado di sviluppare venti al suolo ben superiori ai 150
km/h (é stato studiato tra gli altri il caso della tempesta Lothar
del 26/12/1999).
Con
il supporto di tali modelli concettuali Kerkmann ha inoltre
illustrato e descritto interessanti casi severi di stau sulle Alpi,
di ciclogenesi sul Golfo di Genova, di ciclogenesi esplosiva, di
convezione primaverile.
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Thierry
Robert-Luciani,
Centro
valanghe di Arabba
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Thierry
Robert-Luciani
ha esaminato alcuni eventi meteorologici intensi che hanno
interessato l’arco alpino, percorrendo l’iter previsionale ed
evidenziando le situazioni di maggiore difficoltà per la presenza
di discrepanze fra le condizioni meteo del momento e quelle previste
dal modello. Il bacino del Mediterraneo e le Alpi italiane possono
essere interessate da situazioni alluvionali, che nel 70% dei casi
ricadono tra il 15 agosto e il 15 novembre. Il difficile compito del
previsore in situazioni di rischio è una corretta valutazione
dell’attendibilità dei modelli. Thierry ha elencato le situazioni
a rischio che possono coinvolgere la zona alpina, talvolta scatenate
da alimentazioni subtropicali, talvolta da sistemi convettivi
rigeneranti a meso-scala, e i mezzi a disposizione per la previsione
a medio termine e il nowcasting.
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Jurg
Joss, Meteosvizzera
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Jurg Joss
ha spiegato vantaggi e limiti nell’applicazione del radar, in
particolare in zona alpina. Dopo un’analisi tecnica sul
funzionamento del radar, sono stati indicati limiti e difficoltà
nella scelta dei siti (in valle o in quota), poiché gli echi fissi
generati dai rilievi possono visualizzare false precipitazioni. Per
la lettura delle immagini radar si utilizza il variogramma, che
consente di quantificare la continuità spaziale di una variabile.
La riflettività viene usata per determinare il variogramma delle
precipitazioni. Sono stati esaminati aspetti qualitativi e
quantitativi della lettura delle immagini radar.
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Stefano
Tibaldi ha
approfondito la tecnica di previsione Ensemble Prediction (EPS),
attualmente basata su modelli a scala globale.
L’approccio attuale é quello di adattare l’EPS globale
alla scala locale. L’SMR dell’Emilia Romagna ha attuato i primi
tentativi in tal senso, impiegando
LAMBO (Limited Area Model Bologna), per ridurre la scala della
tecnica Ensemble. La tecnica LEPS (Limited area model Ensemble
Prediction System) è dunque sotto valutazione ed è già stata
applicata su una serie di eventi-studio di intense precipitazioni in
Europa con buoni risultati.
Un
ulteriore approfondimento è stato dedicato alle previsioni
stagionali; i modelli di circolazione generale dell’atmosfera hanno
scarsa attendibilità oltre i 7-10 giorni. Tuttavia sembra esistere un
certo margine di predicibilità su tempi medio-lunghi (mesi o
stagioni), qualora i modelli siano guidati da condizioni quali la
temperatura superficiale degli oceani, che ha una variabilità più
lunga nel tempo. Nelle aree tropicali il livello di predicibilità
delle simulazioni stagionali dei modelli accoppiati atmosfera-oceano
è abbastanza elevato (previsione di El Nino).
Tibaldi
ha infine descritto il tortuoso e “caotico” percorso organizzativo
che ha contraddistinto la meteorologia italiana sino a oggi.
Il gruppo degli studenti al termine
delle lezioni. Al centro Andrea Piazza, Davide Bassi ed Anna
Broll, gli ideatori ed organizzatori del corso
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